Se come diceva Honorè De Balzac “il caso è il solo sovrano leggittimo dell’universo”, allora in Formula Uno ne abbiamo avuto una chiara dimostrazione. Prima dell’inspiegabile specchietto volante perso da Albon, la Ferrari si trovava sul punto di cedere un concreto match point alla McLaren nel mondiale costruttori al termine di un gran premio di Doha apparentemente senza storia. Invece per pura casualità, il domino delle safety car e delle sanzioni ha portato il sole ed il sorriso in casa Ferrari che fino a poco prima sembrava sprofondata nella notte del Qatar. Malumore che si diffondeva da Doha a Maranello fin dal sabato quando prima nella sprint e poi nelle qualifiche il confronto diretto era in entrambi i casi favorevole ai papaya, con Norris che si era anche concesso il lusso di restituire a Piastri il favore che gli era stato fatto in Brasile, spostandosi sul traguardo e regalando la vittoria al suo team mate. Con un Verstappen in formato pluricampione del mondo il dominio della sprint non si è replicato nelle posizioni di vertice, anche se per un momento Lando è sembrato in grado di attaccare l’olandese, ma per non prendere rischi ha scelto di non strafare per puntare ad un pericoloso all-in. Invece è stato proprio Max a rifilare lo sgambetto al pilota che più di tutti gli si è avvicinato nella classifica del mondiale in questo 2024, chiedendo con un team radio, una verifica su una possibile infrazione di Lando in corsia box.
GP Qatar, le speranze Ferrari volano ad Abu Dhabi: il costruttori è ancora aperto.
Logico, si è logico cantava Cremonini, e in un certo senso il Gran premio di Doha ha seguito le regole della logica. Ha vinto il campione del mondo, è entrata la safety car e il protagonista in negativo ha subito una penalità per aver oltrepassato il limite di velocità in pit lane. Niente di strano, eppure al termine della gara la sensazione è quella di aver assistito ad un gran premio anomalo, sconvolto da una evento che in altre occasioni sarebbe stato gestito in maniera radicalmente diversa. Fin dalla partenza Max Verstappen mette subito in chiaro il motivo per cui è campione del mondo e allo spegnimento dei semafori brucia Russell, quella posizione di vertice non la mollerà più fino al traguardo, sotto la bandiera a scacchi dove festeggerà il sessantatreesimo successo in carriera. Alle sue spalle c’è già Norris; l’altra McLaren di Piastri dopo aver incassato un primo colpo da parte di Lecerlc approfitta dalla ripartenza dalla safety car (innescata dall’incidente Hulkenberg-Ocon-Colapinto) per riprendersi la quarta posizione. Russell è il primo a fermarsi, ma i meccanici hanno qualche difficoltà con la posteriore destra e rientra undicesimo. In quel momento il mondiale costruttori è praticamente chiuso, Abu Dhabi avrebbe rappresentato una semplice formalità, invece è a quel punto che interviene l’anomalia che ha sconvolto l’intera classifica finale di Losail. Uno specchietto della macchina di Albon si stacca sul rettilineo e piomba in mezzo alla pista, solitamente in questi casi interviene una Virtual Safety Car a sistemare le cose, ma il nuovo direttore di gara Rui Marques temporeggia alcuni giri, Bottas colpisce lo specchietto e lo disintegra e i detriti tranciano le gomme di Hamilton e di Sainz che sono costretti a rientrare al box. Subito dopo il loro pit stop viene chiamata la Safety Car. “Forse avrebbero potuto rimuovere lo specchietto prima mettendo la Safety Car, sicuramente sarebbe stato meno pericoloso” ha puntualizzato Fred Vasseur che ha visto sì il suo pilota danneggiato da questo atteggiamento della direzione gara, ma con una diversa gestione da parte dei commissari forse non si sarebbe arrivati alla distruzione della giornata di Lando Norris. Dopo il valzer dei pit stop sotto Safety Car, l’inglese entra in corsia box con un vistoso bloccaggio. Ad accorgersene è Max Verstappen dagli specchietti che, non capacitandosi di come il papaya sia risucito a recuperare terreno in quel tratto di pit lane sollecita una verifica sulla velocità tenuta dalla McLaren. Rui Marques è intransigente e severo, nota l’infrazione e infligge a Norris una penalità pesantissima, 10 secondi di stop and go: la gara di Lando è distrutta, riparte ultimo e conclude decimo.
Mondiale costruttori, Ferrari puoi crederci: c’è in palio anche il secondo posto piloti
E alla fine dei conti a sorridere è la Ferrari su quella che era una pista favorevole alla McLaren. “Siamo stati perfetti, oggi la strategia è stata ideale, l’unico problema era il passo che proprio non c’era”, il commento di Leclerc al termine della gara. Si sapeva che la Ferrari avrebbe dovuto contare su una strategia di difesa per poi giocarsi il tutto per tutto negli Emirati. Ha finito per guadagnare punti e portarsi a -21 dalla McLaren. Ad Abu Dhabi ci saranno 44 punti da assegnare, secondo Charles “Serve vincere facendo primo e secondo” una combinazione che per il monegasco potrebbe significare anche l’argento nella classifica dei piloti. Ad ora Lecelrc e Norris sono separati da 8 punti. Quel che preme di più tuttavia è il titolo dei costruttori, dal quale la Red Bull si è tirata fuori per la crisi di Perez anche oggi non pervenuto e ritirato. L’unico rammarico per Ferrari è senza dubbio la posizione di Sainz, vittima incolpevole dei detriti lasciati da Albon è stato costretto a ricostruire parte della gara percorrendo mezza pista con una foratura. Di fronte a sé ha poi trovato Pierre Gasly che, dimostrando grandi doti difensive, aggiunge al podio ottenuto in Brasile aggiugne anche questo quinto posto. “Non sono soddisfatto del risultato. Mi è successo di tutto. Avremo bisogno di una Abu Dhabi molto particolare ma siamo in lotta, Andiamo a prenderli” un commento carico di rammarico, ma anche di grinta e motivazione quello di Carlos Sainz che negli Emirati sarà alla sua ultima gara in Ferrari prima di dirigersi in Williams nel 2025. Presentata come una coppia stellare, quella composta da Sainz e Lecelrc rischia di restare incompiuta: l’iberico dovrà ricominciare da una squadra non di primissimo profilo, ma anche per Charles la sfida non sarà facile in quanto al suo fianco ci sarà Hamilton. Abu Dhabi è l’ultima spiaggia, per i due Carli e per la stagione della rossa, che forse si è accesa troppo tardi, ma può sempre essere festeggiata, all’improvviso.