“Sii ragionevole, chiedi l’impossibile” un frase di Albert Camus che poi, su intuizione di Malcolm McLaren è diventata un motto fondante del movimento punk. E’ proprio questo lo spirito che gli azzurri di Spalletti hanno interpretato nei minuti finale di Spagna-Italia, andando ad un disperato arrembaggio, scomposto e confusionario, verso la porta di Unai Simon dopo aver passato novanta minuti di sofferenza che non si sono tramutati in una figuraccia continentale solamente grazie a un Donnarumma insuperabile. Era effettivamente chiedere l’impossibile, sperare in un pareggio o addirittura in una vittoria contro le Furie Rosse che hanno mandato in totale confusione gli azzurri, con le accelerate di Nico Williams (Di Lorenzo lo rincontrerà a lungo nei suoi incubi) e le traiettorie tracciate da Fabian Ruiz. E’ solo merito del nostro portiere se il risultato finale non cita la sfortunata finale del 2012 (4-0 per gli iberici campioni d’Europa). Con coraggio, seguendo la massima di Camus e chiedendo agli Dei del calcio l’impossibile, Gigio è andato addirittura in area di rigore avversaria sull’ultimo calcio d’angolo; sarebbe satata una bella rivincita personale, un gol dell’estremo difensore che nel 2017 subì una rete dal collega di reparto Alberto Brigonoli. Tuttavia, questo tipo di miracoli accadono poche volte in un decennio (peraltro in questa stagione ci è già riuscito Provedel) e Gigio oggi sembrava veramente l’unico azzurro in campo, bisogna essere ragionevoli, non si possono chiedere anche i gol al nostro capitano. Quello sarebbe compito degli attaccanti, o tuttalpiù dei centrocampisti, ma dalle parti di Gelsenkirchen non si sono trovate tracce né di Scamacca né tantomeno di Retegui. Alla fine ad infliggerci il colpo di grazia è un autogol di Calafiori, il migliore tra i nostri giocatori di movimento fino a quel momento. La sconfitta chiude le porte al primo posto, ma assolutamente non alla qualificazione anche se, per il momento, è meglio non fare calcoli e attendere lunedì una Croazia che cercherà di regalare a Modric un’ultima passerella di gloria. Basta un pari per gli ottavi e per scongiurare l’ipotesi concretizzatesi ai mondiali del 2010 (quando anche in quell’occasione ci presentammo da campioni in carica) di un’eliminazione ai gironi che trasformerebbe l’esperienza spallettiana in azzurro in un “boulevard di sogni infranti”.
Spagna-Italia, la cronaca della partita
Squadra che vince non si cambia e Spalletti si presenta con gli stessi undici vincenti contro l’Albania. Il problema è che a cambiare è stato l’avversario, non più l’intraprendente, ma modesta, squadra di Sylvinho bensì i giovani scattanti di de la Fuente. L’impatto con il match è ai limiti del traumatico: Di Lorenzo (poi risulterà il peggiore in campo) sbaglia una rimessa laterale dopo 39 secondi, dejavu, ma per fortuna questa volta era in zona di attacco. Donnarumma para su Pedri e Fabian Ruiz, poi trema sul colpo di testa di Nico Williams (scatenato e inarrestabile); anche noi abbiamo un’occasione, ma Scamacca la brucia con un colpo di tacco inutile, non avrà la chance di riscattarsi anche per merito di una grande difesa iberica. In un’incontro molto fisico, caratterizzato da scontri di gioco e irregolarità che mettono in difficoltà anche l’arbitro Vincic, gli azzurri sopravvivono fino all’intervallo, anche se il primo tiro vero e proprio arriva con Chiesa al 45′.
Nel secondo tempo entra Cristante, e dopo quello del gol più rapido subito nella storia della Nazionale, viene stabilito un nuovo record: ammonito dopo 20 secondi. Poi il centrocampista della Roma risulterà il miglior giocatore di movimento dell’Italia, gli riesce un cross basso sul primo palo dove non arriva Retegui, perde pochi palloni (cerchiamo di vedere il bicchiere almeno per 1/4 pieno) e non fa rimpiangere Jorginho a centrocampo, anzi si comporta decisamente meglio dell’italo-brasiliano. La Spagna tuttavia insiste, e meritatamente innesca la carambola dell’autogol di Calafiori, l’unico modo per superare Donnarumma. La partita degli orrori continua, Nico Williams fa quel che vuole con Di Lorenzo che si vede passare il pallone da ogni parte ( e la siutiazone non migliora con Ayoze Perez), sul finale tentiamo un assedio ma non siamo mai veramente pericolosi. Dal punto di vista della prestazione è un’umiliazione nascosta dal risultato, la Spagna poteva segnarne molti di più senza Donnarumma.
SPAGNA-ITALIA, LE PAGELLE
SPAGNA (4-3-3): Simon 6; Carvajal 6, Le Normand 7, Laporte 7, Cucurella 7; Pedri 6.5/ Baena 6, Rodri 6.5, Ruiz 7; Yamal 6/ Torres 6, Morata 6/Ayoze 6.5, Williams 8/Oyarzabal SV. All. Luis de la Fuente 8.
ITALIA (4-2-3-1): Donnarumma 8; Dimarco 5.5, Calafiori 5.5, Bastoni 6, Di Lorenzo 4; Jorginho 5/ Cristante 5.5, Barella 5.5; Chiesa 5/Zaccagni 5, Pellegrini 5.5/ Raspadori SV, Frattesi 5.5/Cambiaso 4.5; Scamacca 4/Retegui 4.5. All. Luciano Spalletti 4.5