IQ. Lazio, 04/12/2012“Se il 10 febbraio si vota nel Lazio, non e’ detto che ci si debba rassegnare alla sconfitta. E’ vero che la sinistra e’ col vento in poppa per le primarie che hanno incoronato Bersani. Ma e’ sufficiente per affidare una regione all’incompetenza di chi non sa neppure da dove si comincia, come dimostrano le più svariate dichiarazioni di un gaffeur di nome Nicola Zingaretti, sui costi della politica come sulla sanità? Quando diciamo al centrodestra che entro domenica bisogna scegliere il candidato altrimenti noi partiamo con la nostra campagna elettorale, e’ perché ci rendiamo conto che il tempo e’ davvero breve”. E’ quanto scrive Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, sul sito del partito e su Il Giornale d’Italia.
“Anziché pensare alle primarie nazionali, che tanto non si faranno ne’ il 16 dicembre ne’ mai, e tutti lo sanno…, noi siamo pronti anche a collaborare ad uno sforzo organizzativo enorme per fare una veloce consultazione popolare per primarie regionali di coalizione, che del resto a sinistra non hanno fatto.
Scelgano se farle prima di Natale, il 23 dicembre, o il sabato che precede la Befana, il 5 gennaio. Altre date non esistono. Decidano anche che per ogni partito si presenta sulla scheda agli elettori un candidato solo, così il Pdl sarà favorito ai nastri di partenza. Lo chiediamo entro domenica sia a loro che a Città nuove – la lista della Polverini – lo chiediamo formalmente a tutti i partiti che erano rappresentati nella coalizione con i loro gruppi e monogruppi, l’Udc, l’Mpa, Per, e anche i finiani. Dentro o fuori, ma si dica una parola di chiarezza, perché ne hanno diritto quegli elettori che assistono increduli a uno spettacolo che deve cessare per il bene dei cittadini.
Chiediamo a tutti un sussulto di responsabilità – continua Storace – perché abbiamo il dovere di provarci a trovare un’alternativa alla sinistra che sia immediatamente riconoscibile contro la sinistra di Zingaretti e possa attrarre tanta gente che aspetta un segnale netto per non rifugiarsi in un astensionismo che non servirebbe a nulla se non a far vincere più facilmente chi farà stare ognuno molto peggio di ora.
Se partiti e correnti non si capacitano che bisogna offrire una soluzione al popolo che non vuole il ritorno della sinistra alla Regione Lazio – e poi, evidentemente e conseguentemente, al governo del Paese – e’ adesso che bisogna svegliarsi. E’ inutile rimandare la scelta. Se non si e’ in grado di farla – prosegue Storace – la si affidi ai cittadini, anche sotto le festività, ma guai ad arrivare ad una settimana dal deposito delle liste nell’indecisione assoluta. Se non si possono organizzare primarie nemmeno per la regione, fate i vostri sondaggi e vedrete che la soluzione uscirà.
Noi domenica ci vediamo al teatro Olimpico di Roma. Se non direte nulla, sentirete la voce nostra e quella del nostro popolo. Sarà il grido di chi non ci sta a perdere e comincerà a raccogliere voto per voto, casa per casa. Mentre voi state ancora lì ad alambiccarvi sul voto “moderato”, noi ci preoccuperemo di quello degli arrabbiati. Che sono la maggioranza e voi non ve ne rendete conto. Io, ad esempio, ho molto diritto a stare arrabbiato. Sette anni fa mi tolsero la regione per uno scandalo che non sussisteva, ha detto il giudice. Ora – conclude Storace – lo ribadirà il popolo”.