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HomeRubricaL'ANGOLO DI ASCLEPIOSTORIA DELLA CHIRURGIA: IL PRIMO CHIRURGO ISLAMICO.

STORIA DELLA CHIRURGIA: IL PRIMO CHIRURGO ISLAMICO.

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Abū l-Qāsim Khalaf ibn ʿAbbās al-Zahrāwī, noto più semplicemente con il suo nome latinizzato come Albucasis fu un medico arabo vissuto nel X secolo (936 – 10163), contemporaneo di un altro grande medico, Avicenna. Egli viene considerato il più grande chirurgo del medioevo, nonché fondatore della moderna chirurgia.

Egli nacque, visse ed esercitò in quella terra che nel medioevo vide l’incontro (e lo scontro) tra l’Occidente e l’Oriente: la Spagna islamica di al-Andalus; studiò medicina a Cordoba, capitale del Califfato, città importante ed imponente nei suo milione di abitanti, le ottanta scuole, i cinquanta ospedali e una famosa biblioteca che custodiva più di mezzo milione di opere.

Si distinse come chirurgo, traumatologo, ortopedico e oftalmologo e la sua considerazione in vita fu tale, da essere nominato medico alla corte del califfo. Durante la sua vita fu un medico, un chirurgo, uno studioso ed un insegnante.

Viene ricordato per la sua estrema professionalità e prudenza che lo portavano a studiare in maniera meticolosa il paziente, prima di intraprendere qualsiasi atto operatorio; prima di intervenire sosteneva che bisognava essere certi della diagnosi e, soprattutto, avere un piano operatorio chiaro. Le testimonianze riferiscono come egli non si ritrasse mai dal porgere pareri e consigli a chiunque lo richiedesse e come fosse aperto verso ogni paziente o studente, non solo del mondo arabo, ma anche di quello europeo, senza distinzioni di religione o provenienza, nel pieno rispetto si un sincero rapporto tra medico e paziente.

Si può dire che egli fu il primo a distinguere le scienze chirurgiche, rendendole una disciplina a sé stante, che richiedeva studi dedicati, sottolineando l’importanza della conoscenza dell’anatomia umana, mediante dissezioni e autopsie, che al tempo erano state proibite, causando un notevole ritardo nello sviluppo della chirurgia e delle scienze anatomiche.

La sua opera più importante, quella che gli valse la fama, è senza dubbio il al-Taṣrīf, tradotta in latino, poi in ebraico, francese ed inglese; per capire l’importanza di questo trattato basta considerare che fu consultato e citato da un gran numero di chirurghi medievali, non solo arabi, ma anche europei.

Divisa in trenta libri, il più noto è di certo l’ultimo, dedicato interamente alla chirurgia, nel quale egli tratta tutta la conoscenza chirurgica dell’epoca, confrontandola con l’esperienza diretta, descrivendo poi le tecniche di cauterizzazione, incisione degli ascessi, trattamento delle fratture e delle lussazioni, le amputazioni e gli interventi per calcolosi vescicale.

La chirurgia europea moderna si svilupperà proprio a partire da quanto descritto da Albucasis nell’ultimo libro della sua opera, nella quale egli tratterà anche di oltre 200 strumenti chirurgici (molti dei quali ideati da lui stesso).

Il suo contributo diretto alla chirurgia è evidenziato dal fatto che egli fu il primo a mettere in pratica una serie di operazioni chirurgiche, che inseguito furono riprese da chirurghi moderni:

  • Tracheotomia
  • Trattamento chirurgico delle alterazioni ossee causate dalla tubercolosi, secoli prima di Percival Pott
  • Tecnica per la riduzione delle lussazioni ripresa secoli dopo da Emil Kocher
  • Trattamento delle fratture della rotula
  • Legatura di vasi arteriosi per arrestare le emorragie, secoli prima di Amboise Parè
  • Estrazione di calcoli vescicali per via transvaginale
  • Suture intradermiche per ridurre l’impatto delle cicatrici

È impressionante pensare che appena nell’anno 1000 si siano sviluppate tecniche così avanzate che furono riprese e codificate, con poche modifiche dai grandi chirurghi dell’Ottocento. Queste innovazioni, assieme alla tecnica chirurgica di Albucasis e all’influenza che avreà per molti secoli successivi, ne fanno senza dubbi uno dei padri più importanti della chirurgia moderna.

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