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STRESS, EMOZIONI E DISTURBI PSICOSOMATICI

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domenica, Novembre 24, 2024

L’Angolo della Psicologa con la Dott.ssa Marisa Nicolini

9 febbraio 3Cefalea, dolori muscolari e articolari, asma, colon irritabile, ipertensione arteriosa, attacchi di panico, dermatiti, ecc.: importanti co-fattori vanno spesso ricercati nei vissuti psicologici, causati proprio dallo stress.

Che cos’è la Psicosomatica

La Psicosomatica indaga la relazione tra mente e corpo, cioè tra il mondo emozionale e affettivo e il soma, allo scopo di rilevare e comprendere gli effetti negativi che la prima produce sul secondo.

I disturbi psicosomatici si possono considerare malattie vere e proprie che possono comportare danni a livello organico e che sono causate o aggravate da fattori emozionali. I sintomi psicosomatici coinvolgono il sistema nervoso autonomo e forniscono una risposta vegetativa a situazioni di disagio psichico o di stress. Le emozioni negative, come la rabbia, il risentimento, il rimpianto, l’impazienza, l’indecisione e la preoccupazione, possono mantenere il sistema nervoso autonomo (sistema simpatico) in uno stato di eccitazione e il corpo in una condizione di emergenza continua, a volte per un tempo più lungo di quello che l’organismo è in grado di sopportare. I pensieri troppo angosciosi, quindi, possono mantenere il sistema nervoso autonomo in uno stato di attivazione persistente il quale può provocare danni agli organi più deboli.

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Che cosa sono i disturbi psicosomatici

Disturbi di tipo psicosomatico possono manifestarsi nell’apparato gastrointestinale (gastrite, colite ulcerosa, ulcera peptica), nell’apparato cardiocircolatorio (tachicardia, aritmie, cardiopatia ischemica, ipertensione essenziale), nell’apparato respiratorio (asma bronchiale, sindrome iperventilatoria), nell’apparato urogenitale (dolori mestruali, impotenza, eiaculazione precoce o anorgasmia, enuresi), nel sistema cutaneo (la psoriasi, l’acne, la dermatite atopica, il prurito, l’orticaria, la secchezza della cute e delle mucose, la sudorazione profusa), nel sistema muscolo-scheletrico (la cefalea tensiva, i crampi muscolari, il torcicollo, la mialgia, l’artrite, i dolori al rachide, la cefalea nucale) e nell’alimentazione.

Sintomi psicosomatici sono comuni nelle varie forme di depressione e in quasi tutti i disturbi d’ansia, ma esistono dei disturbi psicosomatici veri e propri in assenza di altri sintomi di natura psicologica, che rendono più difficile, per il soggetto, imputare il malessere fisico ad un problema psicologico piuttosto che ad un malfunzionamento organico.

Stress e Psicosomatica

Il concetto di “stress” ha, sicuramente, un ruolo fondamentale nella comprensione delle manifestazioni psicosomatiche. Nella sua formulazione attuale, il concetto di stress permette di vedere in modo unitario e globale i rapporti esistenti tra vissuti intrapsichici, stimoli psicosociali e reazioni biologiche, sia nel solo significato adattivo normale che nel loro potenziale psicosomatico. Il concetto di stress ha eliminato i confini tra lo stato di salute e lo stato di malattia, mostrando in tal modo come non esistano più “malattie psicosomatiche” distinte dalle “malattie somatiche” ma come ogni forma di patologia possa avere, nella sua patogenesi, una componente di tipo emozionale.

Lo stress ha un ruolo fondamentale nella comprensione delle manifestazioni psicosomatiche. Vari studi hanno dimostrato che alcune malattie tendono a svilupparsi in individui con particolari difficoltà ad esprimere – a livello sia comportamentale che intrapsichico – i propri stati emozionali. Soggetti affetti da alcune malattie che hanno un’origine almeno in parte psicosomatica, come la colite ulcerosa, l’artrite reumatica, l’asma bronchiale ecc., spesso hanno un’incapacità a riconoscere e comunicare le proprie emozioni.

La reazione allo stress parte dal cervello, ma coinvolge poi l’intero organismo e ha lo scopo di rafforzare le nostre capacità di sopravvivenza, penalizzando spesso la qualità di vita. L’esempio più semplice sono le modificazioni fisiologiche a cui va incontro il corpo (tachicardia, aumento di frequenza del respiro o della pressione) quando una situazione esterna causa una reazione emotiva, come rabbia, paura o ansia.

La medicina psicosomatica, branca medica che mette in relazione mente e corpo, ossia il mondo delle emozioni con il soma, è stata considerata una vera e propria medicina solo all’inizio degli anni ’30 del XX secolo, ma in questi anni ha fatto molta strada, malgrado le non poche resistenze della medicina ortodossa.

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Uno dei bersagli preferiti: la “pancia”

Tra i bersagli preferiti delle malattie psicosomatiche, che rappresentano una percentuale non indifferente di tutte le patologie, c’è sicuramente l’apparato gastrointestinale, sia negli adulti, sia nei bambini. Già in passato studi scientifici avevano dimostrato come essere perfezionisti e stressati renda più vulnerabili alla sindrome dell’intestino irritabile.

Tra i disturbi più frequenti dell’apparato digerente troviamo i dolori addominali diffusi, il meteorismo, l’alterata funzionalità intestinale, la diarrea o la stitichezza, ma possono associarsi anche tachicardia, nausea e sudorazione. Una volta esclusa la diagnosi di patologie intestinali più serie (per esempio le malattie infiammatorie intestinali), bisogna individuare la causa emozionale scatenante, obiettivo che rende spesso indispensabile la collaborazione tra medico e psicologo.

Nei bambini a scatenare il disagio, può essere spesso l’inizio della scuola (ma anche un’interrogazione, una gara sportiva, compagni prepotenti), soprattutto quando quello che il bambino racconta è banalizzato o sminuito dai grandi. La perdita di appetito, il vomito, la diarrea o i dolori addominali ricorrenti, la stipsi o l’insonnia, possono essere quindi la spia di un disturbo di origine psicologica ed essere favoriti da uno stile di vita stressante, ovviamente dopo aver escluso sempre tutte le possibili cause organiche.

La sola terapia farmacologia può non bastare in questi casi ed è fondamentale recuperare un profondo, empatico rapporto medico-paziente attraverso una migliore comunicazione con il malato. Non a caso, è stato dimostrato come migliore è il grado di comunicazione medico-paziente, migliore è la risposta alla cura.

La terapia psicologica può aiutare a ridurre lo stato di ansia o depressione (sia quella che rappresenta un co-fattore scatenante il disturbo psicosomatico, sia quella secondaria al disturbo e relativo disagio). Possono servire anche le tecniche di rilassamento, utili per alleviare i disturbi e migliorare la qualità di vita. Più in generale, comunque, è necessario aiutare il paziente a raggiungere la consapevolezza della correlazione tra conflitti intrapsichici (problemi psicologici) e sintomi psicosomatici (sempre dopo che il medico abbia escluso la franca origine organica della malattia), per giungere a gestire la catena di eventi causa/effetto dalla psiche al soma e ritorno, con rispettivi rinforzi e peggioramenti.

Possiamo riassumere i concetti in questi consigli:

• Se sospettate una malattia psicosomatica eseguite prima tutti gli esami diagnostici e strumentali consigliati dal medico e indagate sulle possibili cause organiche.

• Se tutti gli esiti sono negativi, chiedetevi quale fosse la vostra situazione esistenziale all’inizio del disturbo, perché la somatizzazione parte dalla vostra storia.

• Accettate di guardare in faccia la fatica e il conflitto che vivevate allora e che tuttora persiste, senza minimizzare o negare le difficoltà.

• Curate il corpo e la mente contemporaneamente, accettando le vostre debolezze e i dubbi che faticano a risolversi, perché è normale non riuscire a capire e risolvere tutto e subito.

• Fatevi sostenere nei vissuti depressivi che hanno accompagnato il dolore o la frustrazione della situazione esistenziale di partenza.

• Datevi il permesso di cambiare qualcosa della vostra vita, perché solo così il vostro corpo cesserà di inviarvi i sintomi = richieste di aiuto.

• Ogni cambiamento è la perdita di qualcosa, ma è anche la conquista di qualcos’altro, ed è meglio soffrire per arrivare alla serenità che soffrire inutilmente nello stare fermi.

Conclusioni

E’ importante imparare a percepire, riconoscere ed esprimere in modo congruo le proprie emozioni:

a) facendo attenzione all’”energia” emozionale che si muove dentro di noi (attivazione);

b) conoscendo e riconoscendo gli schemi mentali interni con cui diamo significato alle emozioni (attribuzione causale);

c) imparando a gestire i fenomeni neurovegetativi che scaturiscono dalle emozioni, in primo luogo respirazione e tono muscolare (training);

d) decidendo se e quale azione deve dar seguito all’attivazione emozionale (comportamento).

Riusciremo, così, a non lasciare quote libere di “energia” emozionale non comprese e non vissute, potenziale causa di dolorose ricadute e arriveremo a una soddisfacente gestione del nostro mondo interiore, sempre immenso, in un efficace equilibrio psicosomatico.

Al link che segue potete trovare un interessante test composto da 42 voci che permette di avere un’indicazione riguardo ai livelli di stress, ansia e depressione: http://www.irf.it/das/

 

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Dott.ssa Marisa Nicolini

La Dott.ssa Marisa Nicolini è psicologa e psicoterapeuta, abilitata all’insegnamento della Psicologia Sociale e Consulente Tecnico d’Ufficio del Tribunale di Viterbo.

Collabora, tra l’altro, con la Casa di Cura “Villa Rosa” di Viterbo e con la “Clinica Parioli” di Roma e riceve presso lo Studio di Psicologia Clinica e Giuridica in Via A. Polidori, 5 – Viterbo, cell. 3288727581, e-mail m_nicolini@virgilio.it

Collabora con le Associazioni AIAF (Avvocati di Famiglia e Minori) e Donne per la Sicurezza onlus.

Potete conoscere meglio le sue attività ai seguenti link:

www.marisanicolinipsicologaviterbo.freshcreator.com

http://psicologanicolini.oneminutesite.it

Inoltre potete seguire le sue attività consultando la pagina Facebook http://www.facebook.com/pages/Studio-di-Psicologia-Clinica-e-Giuridica-Drssa-Marisa-Nicolini/177076385739068?ref=ts&fref=ts

 

 

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