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Tennis, a Sinner manca solo il rosso. Berrettini maestro dei rientri.

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Nel 1982 Giancarlo Antognoni vinse il mondiale di calcio, ma mancò proprio alla partita nella quale ogni calciatore sogna di scendere in campo, la finale della Coppa del Mondo. La sfortuna dell’icona della Fiorentina sembra anticipare la storia di Matteo Berrettini che proprio quando aveva trovato uno stato di grazia tennistica (che lo portò a vincere il Queens dopo mesi di stop per un infortunio) è stato costretto a fermarsi e a rinunciare a Wimbledon 2022 a cauda del Covid. Da quell’anno la strada verso il rientro al vertice delle classifiche per Matteo è stata sempre più travagliata e il processo che dovrebbe riportare il tennis italiano a gioire ancora per i suoi successi è ancora in evoluzione. La scorsa settimana in Marocco è stato posto un primo fondamentale tassello verso il rientro del Berrettini che abbiamo imparato a tifare e conoscere. Dalle lacrime di dolore a quelle di gioia sono trascorsi 220 giorni, dal ko allo USOpen del 31 agosto 2023, al trionfo di Marrakech del 7 aprile 2024. Dietro ad ogni successo c’è sempre un percorso che uno spettatore distratto tende ad ignorare, ma che in realtà risulta sempre la parte principale, la fase di costruzione della vittoria che racchiude spesso anche il suo stesso opposto, la sconfitta. Ecco che l’immagine di Berrettini con il trofeo dell’ATP 250 di Marrakech è solo la punta dell’iceberg che nasconde una data forse ancor più felice, il 13 marzo 2024. Quel giorno Matteo tornava a giocare, fermandosi in quella settimana solo in finale al torneo di Phoenix. Gli oltre 3000 km che separano il campo di New York dove ancora riecheggia il suo urlo di dolore e quello di Phoenix, nascondono un lavoro di ricostruzione di un giocatore che ha dovuto fare i conti con la sfortuna di un fisico apparentemente perfetto, ma sorprendetemene fragile. Non è il primo talento di cristallo che si affaccia al mondo sportivo, ci vengono in mente Paulo Dybala, ma anche il Marc Marquez degli ultimi 4 anni. Adesso, con la stagione sul rosso che lo porterà a casa, nella sua Roma, Matteo è pronto a dimostrare di aver dimenticato la fragilità. Se Marrakech è la premessa, il romano può stare convinto riprendendo le parole di Cremonini che “per quanta strada ancora c’è da fare, amerai il finale”.

Jannik Sinner e il rosso che sembra non piacergli

Affermare che il rosso non è il colore preferito della Volpe Rossa sembra quasi un paradosso. Eppure i risultati parlano a vantaggio di questa teoria e convincono che delle tre superfici del circuito, la terra (rossa) è quella che meno si addice al gioco dell’altoatesino. Nel 2023 ha raccolto una semifinale a Montecarlo (ko contro Rune), ma poi la delusione di Roma (ottavi con Cerundolo) e il crollo verticale del Roland Garros (secondo turno contro Altmaier) avevano confermato l’ipotesi: Jannik non è un giocatore adatto alla terra rossa. E’ trascorso un anno, siamo di nuovo a Montecarlo e oggi Sinner esordirà sul clay contro Sebastian Korda, un giocatore che da queste parti ha già messo a segno l’impresa non banale di eliminare Alcaraz (nel 2022). Jannik già da questo primo incontro della stagione su terra vuole porre le basi per cancellare il tabù rosso, l’ideale sarebbe farlo al Foro Italico, proprio dove Medvedev lo scorso anno superò gli stessi ostacoli di Sinner legati alla superficie. Non sarebbe sbagliato definire Montecarlo il torneo più sorprendente del circuito (bel confronto con Bercy). L’adattamento ai campi della Costa Azzurra, negli ultimi anni ha creato problemi a molti (pensiamo a Djokovic che perde con Fokina e con Musetti), il passaggio dal veloce al lento nasconde numerose insidie e non è un caso che già alcuni pezzi da novanta abbiano alzato bandiera bianca. Alcaraz primo fra tutti ha accusato dei problemi al braccio destro e ha lasciato il tabellone ancor prima di scendere in campo. Lo stesso Berrettini non ha retto alle fatiche della settimana trionfale appena trascorsa ed è stato eliminato da Kecmanovic. Sul clay la pallina rallenta, il rimbalzo diventa irregolare, e un gioco da fondo con l’aggiunta di alcune palle corte è altamente consigliato. Alle porte dell’estate il tennis prepara le sue sorprese.

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