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Tennis, cadono le leggende: Nadal e Djokovic salutano Roma.

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giovedì, Novembre 21, 2024

Due sconfitte diverse per sentimenti, per tifo e per aspettative, ma all’inizio della seconda settimana di torneo, gli Internazionali si trovano senza Nadal e senza Djokovic. Si potrebbe affermare che per un atleta la sconfitta non equivale mai ad un fallimento; se fare il tennista può considerarsi un lavoro come un altro allora bisogna ricordarsi che in nessun mestiere si ottiene ogni giorno una promozione (che sarebbe l’equivalente della vittoria di un trofeo nel circuito), ma il tennis non è un impiego come un altro e soprattutto, Nadal e Djokovic non sono due giocatori che possono essere messi sullo stesso piano degli altri. Lo testimoniano i numeri record del primo sabato di questi Internazionali, ne è un esempio la sconfinata folla che su Viale delle Olimpiadi attendeva il passaggio di Rafa sul ponte che collega la lounge giocatori al Centrale. In fondo, senza SinnerBerrettini, il pubblico che già nei mesi precedenti si era premunito per comprare i biglietti, era tutto per l’ultima comparsa romana del maiorchino. I suoi fans erano lì, fin dai primi giorni sempre a riempire le file e a sgomitare per intravedere anche solo qualche minuto di un suo allenamento sui campi “secondari”. Il popolo di Rafa ha risposto presente, consapevole che (al 98% come detto dal campione stesso) il prossimo anno non rivedranno il loro idolo.

Rafael Nadal ph. Ascanio Antolini Ossi

Rafa saluta Roma in maniera forse inattesa, uscendo dal Centrale dopo un batosta incassata dal Hubi Hurkacz, che dopo questo torneo può meritarsi il soprannome di “Sterminatore di Re” (appellativo utilizzato nella serie Tv del Trono di Spade), considerando che anche l’ultima partita di Roger Federer a Wimbledon è una sonora sconfitta contro il polacco. Nadal cade, metaforicamente e fisicamente, per ben due volte: nella giornata di esordio contro Zizou Bergs (il belga che porta il nome di di Zidane) era riuscito a rotolarsi a terra, e con uno scatto felino a rimbalzare in piedi per poi rientrare nello scambio e vincere il punto con una palla corta, un colpo da antologia. In quel momento qualcuno avrà anche pensato di poter rivedere lo spagnolo esultare di nuovo come un tempo, ma dietro l’emozionante gioco di prestigio si nascondevano statistiche inquietanti: poche prime (62%), tante palle break concesse (9), e 15 gratuiti, dati che permettono al vecchio leone di strappare gli applausi del Centrale contro un giocatore proveniente dalle qualificazioni, ma insufficienti per giocare alla pari con il numero 9 al mondo. Al secondo turno Rafa ha giocato i primi due game da vera leggenda qual’è, ma 28 minuti a quei livelli hanno finito per sfiancarlo e le 5 palle break mancate sono state il colpo di grazia alla carriera romana del King of Clay, che non era più padrone dello scambio. A Roma sono abituati agli addii, non molti anni fa, pochi metri più a Nord del Centrale i romani e romanisti hanno vissuto i ritiri di Totti e De Rossi poi, e l’atmosfera al Foro Italico ha avuto tratti nostalgici e malinconici nei giorni dell’ultima apparizione del dieci volte campione che non ha voluto cerimonie, non ha chiesto celebrazioni né ricordi come a Madrid. Il futuro di Rafa diventa una grande incognita, il Farewell Tour si sta avvicinando tristemente alla conclusione con il Campione che sta imparando quanto sia difficile suonare il suo tipo di musica (o meglio giocare il suo stesso tipo di tennis) alle soglie dei 38 anni, come si sente in una canzone di Cass Elliot.

Rafael Nadal, Ph. Ascanio Antolini Ossi

Djokovic mai così in basso

Appena un giorno, e anche Novak Djokovic deve abbandonare la città eterna. Il numero uno del mondo, a differenza di Rafa non ha ricevuto lo stesso affetto e anzi ricorderà questi Internazionali 2024 come i peggiori della sua carriera, terminati con un doppio fallo e sommerso dai fischi del pubblico. Arrivato nella Capitale dopo la disavventura vissuta dal padre (ricoverato in ospedale con diverse fratture causate da una caduta accidentale), è stato lui stesso protagonista di un incidente curioso quando al termine della prima vittoria (contro Moutet) la borraccia, caduta per errore ad un tifoso, lo ha ferito alla testa. Ha provato ironicamente ad archiviare l’episodio presentandosi con un casco da bicicletta all’allenamento, cercando di dare ancora una volta la dimostrazione di essere una macchina infallibile e indistruttibile e invece, al temine della sconfitta con Tabilo si è espresso senza mascherare un velo di preoccupazione: “La condizione era diversa, è stato piuttosto brutto in termini di equilibrio non avevo nessuna coordinazione, farò degli esami”. Il torneo di Roma perde quindi due protagonisti tra i più attesi, lascia spazio ai giovani rimasti (da Rune alla sorpresa Monteiro) e ai top ten affermati come Rublev, Tsitsipas e Zverev. Per il numero uno al mondo è il peggior risultato di sempre al Foro Italico dove era arrivato sempre almeno ai quarti di finale e ora rischia anche di perdere il suo primato se non dovesse arrivare in finale del Roland Garros, in favore di Jannik Sinner, assente a Roma, ma sempre presente nei calcoli delle classifiche.

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