“Buongiorno a tutti, il mio nome è Jannik” ci sarebbe piaciuto, eccome se ci sarebbe piaciuto che fosse stato Sinner a pronunciare quelle parole in apertura della premiazione degli internazionali d’italia. Invece a proferirle è Alex Zverev che finalmente ha riaffermato il suo valore di campione vincendo a Roma a circa due anni dall’infortunio che gelò il sangue agli spettatori dello Chatrier parigino. Il tedesco ha sconfitto Nicolas Jarry in un torneo stregato, caraterizzato da un tabellone martoriato dai ritiri (Sinner, Alcaraz, ma anche Musetti, Lehecka ecc…) e sfoltito con una serie di inattesi upset (Djokovic con Tabilo, Medvedev con Paul, Tsitsipas con lo stesso Jarry). L’Italia nel cuore e Roma alla origini, Sascha ha vinto di nuovo al Foro Italico ha ottenuto la sua rivincita non solo perché quello di Roma è il primo successo di un 1000 dopo il crack della caviglia che ne mise a rischio la carriera (“Non sapevo come sarebbe andata dopo l’infortunio” ha dichiarato con il trofeo in mano), ma anche perché qui perse una finale che sembrava avere in pugno. Era il 2018 e Sascha sognava di ripetersi dopo la dirompente ascesa dell’anno precedente; dalla parte opposta della rete c’era Rafael Nadal che una volta subito il 6-1 nel secondo set venne salvato dall’intervento della sospensione per pioggia e risucì a conquistare il titolo. Oggi Sascha festeggia la seconda vittoria romana, e oltretutto, si candida come il principale favorito per lo slam sul rosso, nell’anno in cui sarà peraltro chiamato a difendere un oro olimpico.
Roma 2024, un torneo di sorprese
Alla vigilia nessuno si aspettava di vedere Nicolas Jarry in finale, men che meno di non poter neanche applaudire Sinner o di perdere Djokoivc nel corso della prima settimana di torneo. E’ stato un Masters 1000 ricco di sorprese, forse non indimenticabile, ma neanche deludente. Un torneo di alto livello che ha regalato partite emozionanti e mai scontate, fin dai primi giorni e su ogni campo. Pensiamo a Shelton abbracciato dalla folla al campo due o Monteiro che ha infiammato con un tweener il campo 1. Gesti che rinforzano la passione tennistica del pubblico italiano, un sentimento ricambiato anche dai giocatori che, dalla Sabalenka a Tommy Paul, sono entrati in sintonia con i tifosi. Nel tennis maschile il livello è straordinariamente uniforme, e questa è la più grande verità di campo che hanno lasciato questi internazionali. Un giocatore semi sconosciuto come poteva essere Tabilo prima di questa edizione ha trovato le capacità di estromettere il numero uno del mondo e di mettere in difficoltà il futuro vincitore; un grande tennista come Nicolas Jarry ha dimostrato di poter coniugare il bel gioco con i risultati; e anche un giovane come Medjedovic è riuscito a ritagliarsi un set sotto i riflettori nella partita con Medvedev.
Le magie di Jarry non bastano
Il cileno che ha conquistato mezza Roma, che ha scatenato la Ola del pubblico sul Centrale in un venerdì sera di semifinali e che sull’onda dell’entusiasmo ha superato il margine di rischio perdendo la finale più importante della carriera. Si possono riassumere così le due settimane di Nico (così ormai lo ha soprannominato il Foro Italico dedicandogli un coro), che sta vivendo il momento migliore della sua carriera. La commozione che lo ha pervaso al termine di un torneo giocato con una gladiatoria devozione alla vittoria, ha contagiato il centrale e il nipote d’arte (il nonno è Jaime Fillol numero uno del Cile sconfitto in finale di coppa Davis dall’Italia nel 76) è entrato nei cuori dei tifosi italiani. Le magie del mago Jarry Potter tuttavia non sono state sufficienti a completare il capolavoro; gli emozionanti successi su Tsitsipas e Paul hanno aggiunto adrenalina, ma anche stanchezza nelle gambe di Nico che in finale ha cercato quasi di strafare soprattuto sui match point in favore dell’avversario. “Voglio una vita spericolata” diceva Vasco Rossi, Nicolas ha cercato la partita spericolata alla ricerca del vincente, la strategia giusta per affrontare un rivale più forte di lui con cui aveva già perso un torneo su terra rossa al tie break del terzo (Ginevra 2019). La scelta più rischiosa tuttavia Jarry l’ha fatta ancor prima dell’inizio del match, quando vinto il sorteggio ha scelto di ricevere, consapevole che in tal modo avrebbe passato tutto l’incontro ad inseguire esponendosi al rischio del break al decimo game (cosa che poi è affettivamente successa). Zverev comunque non ha mai tremato e sul suo servizio ha lasciato per strada solamente 5 punti (1 nel primo set e 4 nel secondo), un prestazione da campione ritrovato che, dopo l’infortunio, ora può puntare al successo in ogni torneo, almeno su terra rossa. “La vita ti offre sempre una seconda possibilità, si chiama domani”, è la frase di Dylan Thomas che può far da titolo alla seconda parte di carriera di Sascha.