I componenti di Area e di Unicost, compresi il presidente Poniz e il segretario Caputo, hanno lasciato l’organo dell’associazione nazionale magistrati dopo la pubblicazione delle ultime intercettazioni che riguardano l’inchiesta che ha travolto l’ex presidente dell’Anm Palamara e che coinvolgono anche Area. La riunione del Comitato direttivo centrale è andata avanti per quasi 10 ore. Le toghe si sono riaggiornate a lunedì.
Continua dunque a mietere vittime il trojan iniettato nel cellulare dell’ex presidente dell’Anm Luca Palamara, rinviato a processo a Perugia dopo la tempesta che ha travolto il Csm per il risiko delle nomine nelle procure decise in camere d’albergo con coté politico.
Ad andare in frantumi è l’attuale dirigenza della magistratura associata, da poco in sella dopo lo tsunami giudiziario. Il presidente Luca Poniz di Area, la corrente progressista delle toghe che era uscita “bene” dalla tempesta, e il segretario Giuliano Caputo di Unicost, la corrente più affondata perché dominata dal ras Palamara, si sono dimessi dopo la pubblicazione di intercettazioni di chat e conversazioni.
Gli ultimi scampoli usciti dal pozzo senza fine dei contatti del telefonino di Palamara, che il pm di Roma ora sospeso da funzioni e stipendio era solito conservare, lo immortalano mentre parlando con un collega – il procuratore capo di Viterbo Paolo Auriemma, estraneo all’inchiesta – dice che Matteo Salvini “va fermato”, proprio mentre l’ex ministro dell’Interno è sotto indagine in Sicilia per i porti chiusi ai migranti.
Dalle trascrizioni, pubblicate da giorni su alcuni quotidiani, emergono anche contatti molto stretti, tra Palamara, l’ex presidente dell’Anm Giovanni Legnini, e alcuni giornalisti.