Un emendamento approvato in Commissione Finanze al Senato al “ Decreto Fisco e Lavoro” corregge l’ingiustizia sociale. Viene confermato che l’assegno di invalidità a 287 euro al mese è compatibile con un reddito massimo di 4931 euro.La notizia è confermata dal messaggio n 4689/ 2021 che aggiorna il messaggio 3495/ 2021 dello scorso 14 ottobre il quale dichiarava inv “ l’inattività lavorativa” requisito indispensabile per l’assegno di invalidità. L’assegno di assistenza spetta agli invalidi di età tra i 18 e 67 anni per chi ha un’ invalidità tra il 74% e il 99% Al compimento dell’età indicata l’assegno sociale supera quello di assistenza sostituendolo. L’assegno mensile per gli invalidi civili è corrisposto in 13 mensilità ed è regolato dall’ art 13 della Legge 30 marzo 1971, n. 118.
Le domande per l’assegno presentate e non approvate dal 19 ottobre alla nuova disposizione verranno riesaminate d’ufficio in autotutela. Grande soddisfazione da parte della società civile. Il Presidente dell’Anmic ( Associazione nazionali mutilati e invalidi civili) Nazaro Pagano commenta: “ “Questo cambio di rotta rappresenta una vittoria dei disabili e del buon senso“, sottolinea Pagano. “La restituzione dell’assegno agli invalidi civili parziali è un atto dovuto di giustizia sociale che finalmente dà seguito all’impegno del Governo di ripristinare al più presto la corretta interpretazione della normativa vigente.” Il provvedimento sana l’interpretazione restrittiva dell’INPS che avrebbe sostanzialmente reso quasi impossibile l’integrazione lavorativa e sociale degli invalidi parziali impedendogli qualsiasi attività lavorativa retribuita.