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Tour de France, è tutto già deciso: Vingegaard umilia Tadej.

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Un avversario molto forte spinge a superare i propri limiti. Negli ultimi anni abbiamo sempre pensato che Tadej Pogacar fosse il nuovo dominatore del ciclismo, tuttavia dalla scora stagione Jonas Vingegaard ha dimostrato che lo sloveno può essere battuto. Il danese ha vinto il Tour 2022 con 2 minuti e 43 secondi di vantaggio su Tadej. Nel 2023 lo scontro si è rinnovato, è il terzo anno consecutivo e il risultato dopo la tappa da Passy a Combloux sta prendendo la stessa medesima direzione del 2022.

Tadej Pogacar-UAE Emirates

Vingegaard domina la cronometro

L’unica cronometro di questa edizione è stata sufficiente per indicare i rispettivi valori dei due ciclisti. Ormai era chiaro che nel duello corpo a corpo nessuno dei contendenti sarebbe stato in grado di prevalere: una serie di quelli che possono essere definiti pareggi aveva scavato un leggerissimo distacco di 10 secondi con Jonas in maglia gialla, ma sono differenze insignificanti. Ad ogni scatto di Pogacar Vingegaard era sempre pronto a reagire tenendolo vicino, bravissimo a non creare distanza in classifica generale. Quindi il vincitore di questo Tour non si poteva trovare studiando i duelli corpo a corpo, l’attesa per la cronometro stava rapidamente crescendo, si pensava che sarebbe diventata la giornata decisiva e così è stato.

Van Aert aveva piazzato il tempo di riferimento, l’ennesimo tentativo di ottenere una vittoria che continua a sfuggirgli in questa edizione. Il belga si è dovuto inchinare allo strapotere dei due alieni in lotta per il titolo: Pogacar gli rifila 1 minuto e 13 secondi, un gran tempo che ha vita breve perché all’arrivo Vingegaard lo ha già distrutto. 32:26 il tempo finale del danese che scava un abisso con la seconda posizione, ora sì che la maglia gialla è consolidata sulle sue spalle. Ripartirà con oltre un minuto di vantaggio costruito pian piano fin dai primi intertempi- dopo il primo rilevamento Tadej pagava già 16 secondi di ritardo- e cementificato negli ultimi sei km di salita. Nell’ascesa finale è secondo solo a Ciccone che mette a segno dei punti importanti per la classifica riservata agli scalatori.

Un vantaggio da gestire

Si ripartirà verso Courchevel; per Pogacar è giunto il momento di studiare ogni opzione possibile che possa rimetterlo in corsa per la maglia gialla di Parigi. Il Tour de France non è finito, ma 1 minuto e 48 secondi di vantaggio di Jonas potrebbero dire il contrario. La cronometro è già entrata nella storia, Tadej per riaprire i discorsi dovrà rendere memorabili anche le prossime giornate, proprio lui che di ribaltoni se ne intende. Nel 2020 alla cronoscalata verso Planche des Belles Filles Pogacar cancellò i 57” di ritardo che aveva dal connazionale Roglic e vinse il suo primo Tour, adesso è chiamato ad un’impresa ancora più complicata. Jonas invece si troverà con il compito opposto di conservare il vantaggio. Non è in dubbio che in caso di vittoria finale dello Sloveno bisongerà analizzare gli errori di Vingegaard: ora i favori del pronostico pendono interamente dalla sua parte, solo lui può perdere la maglia gialla. Manca ancora la tappa regina, quella di Courchevel, ma abbiamo già avuto modo di ammirare lo scontro diretto sulle salite, a Tadej serve una strategia diversa, non ci sono teorie o tutorial che possano aiutarlo: la rimonta dovrà inventarsela, altrimenti il danese potrà iniziare a farsi chiamare WINgegaard.

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