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Uila Uil sui corsi della Trentino School of Management

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uilaIQ. 18/01/2013 – Risulta alla scrivente UILA UIL del Trentino che l’Ufficio sindacale della Federazione Trentina della Cooperazione abbia richiesto di accedere ai corsi organizzati dalla Trentino School of Management per la formazione dei propri operatori alla concertazione ed al dialogo fra parti sociali, di norma riservate alle tre Organizzazioni Sindacali confederali.

Risulta alla scrivente che la domanda della Federazione sia stata unitariamente respinta da CGIL, CISL e UIL del Trentino, e non solo dalle Confederazioni.

Per questa ragione, come Segreteria UILA UIL del Trentino abbiamo deciso di mettere a disposizione della Federazione Trentina della Cooperazione almeno tre posti, comunque riservati, o opzionabili, a dirigenti, funzionari ed operatori dell’Ufficio sindacale della Federazione stessa, dei consorzi di secondo livello, a partire da quello Melinda, più restio a spendere in formazione per i propri dipendenti, tramite un Ente bilaterale dell’orotofrutta assolutamente inutile e pleonastico, ed il Consorzio Lavoro e Ambiente, che, a partire dalla gestione quotidiana del Progettone, avrebbe evidente necessità di maggior tutela per i propri funzionari, troppo esposti, ad oggi, alla cattiveria sindacale, che spesso assume toni da pura rappresaglia. Li invitiamo ad aderire ai corsi gratis.

Rinunciamo volentieri a tre dei posti disponibili, e, augurandoci che la Federazione ed i suoi consorzi voglia accogliere l’invito, auspichiamo che i posti divengano presto almeno nove, contando sulla sensibilità in tal senso di FAI CISL e FLAI CGIL.

L’occasione odierna è stata funestata da un furto di carte, più o meno riservate, che tinge di giallo le nostre indagini sindacali. A volatilizzarsi son stati due faldoni d’archivio, contenenti tutte le dolorose carte relative all’ultimo quinquennio del glorioso salumificio Marsilli e del successivo duplice crack pubblicamente sovvenzionato e un ben più corposo fascicolo, un vero e proprio faldone, che conteneva vent’anni di memorie che, dalla Centrale del Latte di Trento portano all’odierno disastro della gestione della Latte Trento S.C.A., una società dove gli utili spariscono, per remunerare, sempre meno tra l’altro, i soci, sottoposti ad un singolare regime di doppio trattamento, più generoso per l’oriente che per l’occidente, ignari del prossimo tracollo 2015.

Abbiamo chiesto alla Federazione di produrci le carte necessarie a proseguire, normalmente, il nostro lavoro, ma l’Ufficio sindacale di via Segantini più che rendere trasparenti ed accessibili gli atti a propria firma, oppone squallide meline, fatte di presunta privacy su accordi collettivi, firmati sottobanco con una sola organizzazione sindacale, mentre le altre risultano menzionate o assenti (perchè mai convocate ovviamente). La pena per questo stato miserrimo ed evidentemente compromesso di relazioni particolari ci ha fatto soprassedere fino ai limiti di rischiare che decorrano i termini di prescrizione nella speranza che la Federazione di via Segantini cambi già da domani atteggiamento, e esibisca le carte alle OO.SS. senza trattamenti di favore o discriminanti, o atteggiamenti di degnazione degni di una satrapia da suburbio di Babilonia, da califfato medievale.

Riguardo al Progettone non possiamo che ribadire che, oltre che avere assistito a licenziamenti illeggittimi, punitivi e discriminatori, di personale inerme, spesso poco attrezzato a difendersi, e spesso ostaggio di atteggiamenti rinunciatari, dovuti alla presunta incapacità di fronteggiare le spese legali, assistiamo oggi ad un silente operare, fatto di lettere ultimative, che intimano ai dipendenti che abbiano raggiunto la soglia per il trattamento minimo di andare in pensione, con i due mesi di preavviso contrattualmente spettanti. Peccato che in passato siano state concesse ampie deroghe e che adesso il repulisti, nel tentativo disperato di liberar posti per gli oltre trecento lavoratori in attesa già prima del 31 dicembre, sia condotto con piglio efficientista, in assenza di criteri che propongano per esempio verifiche reddituali, fra quanti di Progettone vivono e quanti di Progettone non avrebbero semplicemente necessità. Una piccola ciliegina sulla torta: anni addietro contestammo il trasferimento in un CRM di una persona, già inserita nel comparto del Progettone, e scoprimmo, in quella occasione che i CRM non applicano, solo in Trentino, le stesse cautele obbligatorie per il proprio personale dipendente, inquadrato con il contratto di Federambiente, ai lavoratori del Progettone, che svolgono, solo in Trentino, mansioni analoghe o supplettive ai dipendenti degli Enti gestori dei CRM, sottopagati sempre, e non tutelati dalle prescrizioni obbligatorie di visite preassuntive che certifichino la compatibilità con luoghi di lavoro non necessariamente salubri. Quale migliore offerta di un trasferimento coatto in un CRM può indurre a rassegnare le dimissioni? Più posti per tutti? Purchè promessi o millantati in campagna elettorale…

 

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