In Italia si registra una forte crescita del tumore della prostata, che nel 2022 ha fatto registrare 40.500 diagnosi con un +16% di casi in cinque anni.
Oggi, però, una nuova speranza arriva anche dall’intelligenza artificiale che si presenta come la nuova via per scegliere le cure. A discuterne, gli specialisti dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) riuniti da oggi a Bari per il convegno nazionale ‘News in GU Oncology’ dedicato alle neoplasie genito-urinarie, con la partecipazione di oltre 200 oncologi.
Dagli Stati Uniti, spiegano gli esperti, arrivano nuove ed interessanti conferme sull’intelligenza artificiale multimodale e sono stati presentati i dati di uno studio pubblicato di recente sul Journal of Clinical Oncology.
Queste nuove tecnologie “sono utilizzate per sviluppare nuovi biomarcatori – spiega Camillo Porta, ordinario di Oncologia Medica all’Università Aldo Moro di Bari e Direttore della Divisione di Oncologia Medica del Policlinico di Bari -. Attingendo sia ai dati clinici che all’imaging istopatologico digitale si ottengono informazioni prognostiche più dettagliate e anche una serie di parametri predittivi sulle possibili risposte ad alcuni trattamenti. In altre parole possiamo favorire la medicina oncologica personalizzata e prevedere se alcune terapie mirate sono efficaci, o meno, sul singolo caso”.
Quello americano è uno studio di fattibilità di fase 3 che ha coinvolto oltre 1.000 uomini con carcinoma prostatico localizzato ad alto rischio. I primi dati emersi sono molto interessanti ma, precisano gli oncologi, “andranno confermati coinvolgendo altri gruppi di pazienti. I biomarcatori, creati grazie all’intelligenza artificiale, non sono infatti ancora utilizzabili nella pratica clinica quotidiana ma rappresentano una prospettiva futura dalle grandi potenzialità e la ricerca deve proseguire”. Il ricorso all’intelligenza artificiale “è emblematico dell’importanza dell’innovazione in oncologia – conclude il presidente Aiom Saverio Cinieri -. Teoricamente entro pochi anni potremmo essere in grado di identificare le migliori terapie tra tutte quelle disponibili”.