Non ci sono basi per un accordo con Kiev per la risoluzione del conflitto in Ucraina. A dichiararlo è stato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov in un’intervista al New York Times citata dalla Tass.
“Al momento non ci sono motivi per un accordo. Continueremo l’operazione per il prossimo futuro”, ha affermato.
Le autorità russe hanno ripetutamente affermato di essere pronte per i colloqui con l’Ucraina, sostenendo – come ha fatto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova – che il principale ostacolo in direzione dei colloqui è rappresentato dal decreto del presidente ucraino Vladimir Zelensky del 30 settembre 2022 che vieta qualsiasi trattativa con il presidente russo Vladimir Putin. Altro ostacolo, ha argomentato, è costituito dalle iniziative di Zelensky, ivi compresa la richiesta di un ritiro delle truppe russe dai territori invasi.
La Russia, ha detto ancora Peskov, vuole esercitare il controllo solo su quei territori che sono russi in base alla sua costituzione. “No”, ha risposto quando gli è stato chiesto se Mosca voglia aggiungere altri territori ucraini. “Vogliamo solo controllare tutti i territori che abbiamo ora iscritto nella nostra Costituzione come nostri”.
Referendum sull’adesione alla Russia sono stati condotti nelle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk nonché nelle regioni di Zaporizhzhia e Kherson dal 23 al 27 settembre 2022. Il 30 settembre 2022, il presidente russo Vladimir Putin e i capi di queste regioni hanno firmato trattati sull’adesione alla Russia e il 4 ottobre 2022 Putin ha firmato leggi di ratifica dei trattati, ha ricordato.