“Qualche anno fa, i 99 Posse cantavano: ‘Il primo mistero e’ il mistero della crisi, tutti insieme s’ha da fare sacrifici… Secondo mistero del lavoro nero… ma ‘overo staje facenno ca ‘o duemila ancora esiste?’. Tre anni dopo, il lavoro nero non solo esiste ancora, ma coinvolge anche nuove categorie sociali, in particolare lavoratori in cassa integrazione o in mobilita’, giovani in cerca di occupazione, padri di famiglia che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese e, soprattutto, ex lavoratori regolari che hanno perso il lavoro negli ultimi due anni”. Comincia così il comunicato della Uil Roma e Lazio, che oggi ha presentato i risultati di un’inchiesta esclusiva, condotta in collaborazione con l’Eures, sul lavoro nero e sulla piaga del caporalato, realizzata attraverso dati ufficiali, ispezioni effettuate sul campo.
Secondo il rapporto della Uil sono state 23.691 le aziende ispezionate nel 2012, il 16,4% in meno del 2011. In 14.463 di queste sono state riscontrate irregolarita’ che hanno coinvolto 48.508 lavoratori, anch’essi non in regola: il solo Ispettorato del ministero del Lavoro ha individuato 8.165 nel terzo settore e 1.938 nell’edilizia, 1.351 nell’industria. Primi in classifica per mancato rispetto delle normative sulla sicurezza sul lavoro, i cantieri edili: nel 2012, il 58% e’ risultato irregolare (ovvero 2.318 su 3.966). Seguono, a pari merito, il terziario con il 43% di irregolarita’, ovvero 2.490 su 5.854 ispezioni e l’industria, con 409 realtà irregolari su 950 posizioni verificate. Subito dopo l’agricoltura con 81 situazioni di irregolarita’ su 199 verificate (41%). Oltre la metà delle irregolarità accertate si riferiscono al lavoro nero. Con Roma
in testa alla classifica (6.855 lavoratori in nero accertati), seguita a distanza da Latina (1.287) e Frosinone (1.089).