Che la riapertura di Palazzo Piacentini come nuova sede napoletana di Gallerie d’Italia potesse dotare la città di un nuovo epicentro culturale si era intuito sin dalla vigilia dell’inaugurazione, concretizzatasi a maggio 2022 al termine di un ambiziosa ristrutturazione dell’ex Banco di Napoli, affidata all’architetto Michele De Lucchi.
Galleria d’Italia a Napoli, tra mostre e ristorazione
A due anni di distanza, il museo di Intesa Sanpaolo non ha deluso le aspettative, grazie a una valida programmazione di mostre e iniziative (in corso il focus su Velazquez a Napoli, costruito intorno a due dipinti del pittore spagnolo in prestito dalla National Gallery di Londra) e alla qualità dei cosiddetti servizi aggiuntivi, ristorazione in primis, capace di soddisfare non solo chi visita il museo, ma anche chi è in cerca di un’esperienza gastronomica originale in città. Non è un caso ritrovare il caffè e bistrot Luminist, al piano terra dell’edificio, in vetta alla classifica dei Visionary Places stilata da Gambero Rosso e Artribune; ma l’offerta ristorativa delle Gallerie d’Italia partenopee può contare anche sulla proposta fine-dining del ristorante 177Toledo, all’ultimo piano di Palazzo Piacentini, dove si raggiunge anche la terrazza del cocktail bar Anthill.
I progetti di Giuseppe Iannotti per Gallerie d’Italia
A concertare il progetto ristorativo nel suo complesso è lo chef Giuseppe Iannotti, già patron del ristorante Kresios a Telese Terme, che a Napoli ha trovato una nuova dimensione, portando avanti i diversi format con buona visione imprenditoriale. E in questo contesto si è profilata la novità più recente promossa dal cuoco campano in collaborazione con l’azienda Apicoltura Urbana, che fa di Palazzo Piacentini la prima struttura ad aderire a un progetto di valorizzazione dell’apicoltura a Napoli. Dotando il museo di un apiario sul tetto.
Urbee. Le api sul tetto di Gallerie d’Italia a Napoli
Le arnie di Urbee – adopt your urban bee sono state installate sulla terrazza di Palazzo Piacentini lo scorso dicembre, all’interno dell’orto urbano curato da Iannotti. Il progetto è finalizzato anche all’analisi dei dati ambientali: all’interno di ogni arnia, un sensore monitora lo stato di salute delle api – bioindicatori ambientali – e consente di raccogliere parametri per valutare la qualità dell’aria di Napoli. In quota folcloristica, ogni arnia prende il nome da un quartiere storico di Napoli: Forcella, Pignasecca, Sanità; mentre alle api regine è stato assegnato il nome delle attrici napoletane più iconiche: Titina De Filippo, Pupella Maggio e Sophia Loren. I fuchi sono semplicemente Diego, Totò e Massimo: Diego Armando Maradona, Antonio de Curtis e Massimo Troisi.
C’è poi il risvolto pubblico del progetto, aperto alle adozioni: con Urbee è possibile adottare un’ape o un piccolo sciame di api, una delle tre regine o uno dei tre fuchi, e ricevere una serie di prodotti di cosmesi naturale a base di miele, propoli e cera d’api. Apicoltura Urbana proporrà anche workshop di sensibilizzazione sui temi legati alla biodiversità e all’importanza delle api per la salvaguardia degli ecosistemi.
Livia Montagnoli
Fonte: ARTRIBUNE.COM