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Un anno di Dicolab. Il progetto che sta digitalizzando gli operatori della cultura italiana.

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Gran parte dei professionisti nel settore dei beni culturali sono – come si usa dire – analfabeti digitali, ovvero persone che per età e formazione non hanno dimestichezza con il digitale. Un problema molto serio alla luce della necessità di procedere quanto più velocemente possibile alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e con essa anche di tutti gli apparati che riguardano la gestione, l’amministrazione e, in parte, la fruizione del patrimonio artistico e culturale italiano, pubblico e privato. In questo contesto si inseriscono, come un grande successo, i risultati raggiunti da Dicolab. Cultura al digitale, uno dei pochi progetti realizzati nell’ambito del PNRR che, nella metà del tempo, ha quasi centrato l’obiettivo. La sfida posta dal PNRR Cultura 4.0 era quella di raggiungere, entro due anni, con uno stanziamento di 20 milioni di budget, 30.000 professionisti nel settore della cultura, per fornire loro una formazione digitale diversificata a seconda dello specifico livello di preparazione. Ebbene ad un anno dal lancio il progetto realizzato dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali e promosso dal Ministero della Cultura – Digital Library ha già raggiunto tre quarti dei professionisti previsti con 25.000 open badge rilasciati, procedendo spedito verso il raggiungimento dei 30.000 professionisti nel settore della cultura entro la fine del 2025.

Dicolab un progetto per la digitalizzazione della cultura

Dicolab. Cultura al digitale, finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU si propone di fornire agli operatori nel settore culturale le competenze chiave per guidare e gestire la trasformazione digitale. Nello specifico si prevede che, a giugno 2026, il programma formativo gratuito di life-long learning avrà coinvolto oltre 300 docenti impegnati in più di 400 ore formative, con un catalogo che supererà i 150 corsi online.

Lucca, Real Collegio. Lubec 2024. Laboratorio “Progettare un servizio digitale per la cultura” organizzato nell’ambito del Cantiere Digitale con i facilitatori Andrea Razza, Giulia Vincenti e Gioia Pettinari. © Emanuele Camerini, Gramma Studio.

Dicolab un’ampia offerta formativa per rispondere a tutte le esigenze

Dato il divario tra le diverse Regioni del Paese, per cui alcune sono già avviate verso la digitalizzazione a fronte di altre fortemente arretrate, l’offerta formativa, gratuita, innovativa e certificata, non poteva essere unica ed è stata concepita in maniera molto diversificata per non lasciare indietro nessuno. I corsi sono stati strutturati dopo un processo di ascolto delle reali esigenze per fornire conoscenze e capacità pratiche diversificate, ampie e complementari tra loro, essenziali per rendere effettiva la trasformazione digitale di musei, archivi, biblioteche e organizzazioni culturali. L’ampia gamma dei corsi spazia dalle conoscenze di base, alle competenze specialistiche e tecnico-giuridiche; dalle soft skills, al project management, dalla gestione dei dati alla comunicazione.

Il target di Dicolab

Il target dei professionisti che ha aderito al progetto ne dimostra l’andamento positivo. Le iscrizioni hanno già superato i 70.000 utenti e la maggior parte degli iscritti, il 47%, rientra nella fascia di età compresa tra i 40 e i 60 anni, in linea con gli obiettivi, stabiliti per aggiornare in chiave digital le competenze dei professionisti già impiegati nel settore. Un’esigenza confermata anche dalla grande partecipazione di operatori del MiC, con il 46% degli iscritti ed il 54% degli open badge.

Fondazione Scuola beni e attività culturali.

Dicolab un sistema blended learning 

Come anticipato il successo di Dicolab si deve anche al suo essere blended learning, ovvero costituito da un ampio catalogo di corsi e attività, online e in presenza, su tutto il territorio nazionale. Non solo una didattica tradizionale, ma anche laboratori pratici, eventi, progetti di accompagnamento e tutoraggio, sistemi di mappatura. In particolare, le attività laboratoriali in presenza verranno intensificate sin dai primi mesi del 2025, con l’apertura di 10 HUB territoriali, selezionati con una gara europea.

Digital MAB e la ricerca: gli altri percorsi di Dicolab

A sostegno del progetto il 6 dicembre 2024 è partito anche Digital MABprogramma di azioni formative volte a favorire la convergenza digitale tra Musei, Archivi e Biblioteche. Infine, bisogna ricordare che Dicolab è anche ricerca, perché in ambito digitale con il procedere delle tecnologie non si può rimanere indietro. Così, soprattutto sul tema cruciale dell’intelligenza artificiale, sono stati avviati studi per capire quale sarà l’impatto sulle professioni culturali e sui servizi di mediazione culturale degli istituti del patrimonio.  

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Ludovica Palmieri

Fonte: artribune.com

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