da redazione
IQ. 25/07/2013 – Un miscuglio tra l’errore umano, la linea poco adatta e un guasto tecnico ha portato alla morte 78 persone vicino Santiago de Compostela.
Il treno andava alla velocità di 190 km orari, superando di gran lunga la velocità consentita.
Alla Farnesina non risulta la presenza di un gruppo di italiani. Resta comunque molto alto il bilancio delle vittime. I feriti sono 140, cinque dei quali in coma e 87 morti.
Si tratta del più grave incidente ferroviario avvenuto nel paese negli ultimi anni.
Sul posto sono arrivati l’ambasciatore Pietro Sebastiani e il nostro console onorario. Il re Juan Carlos ha sospeso tutte le sue attività in segno di lutto.
L’incidente è avvenuto ieri alle 20:42, a poco più di tre chilometri da Santiago di Compostela. Sei dei dieci vagoni sono usciti dai binari in curva e si sono rovesciati e tre vetture hanno preso fuoco.
“La tragedia di Compostela sembra essere associata a una violazione della velocità”, ha detto il sottosegretario alle infrastrutture e trasporti, aggiungendo che sul deragliamento del treno è stata avviata anche un’indagine del Ministero.
Lì la velocità consentita era di 80 km orari.
Il macchinista secondo il Pais, ha detto di aver preso la curva ad una velocità doppia rispetto a quella consentita in quel tratto: “Spero di non avere morti sulla coscienza”. Ha ripetuto incessantemente “Sono umano, sono umano. E’ deragliato, è deragliato, che posso farci?”.
Che sia un essere umano è indubbio. Che tutti possano errare è indubbio in egual modo.
Il problema è che se risulterà che 87 morti ci sono stati per un suo errore l’essere umano diventa irrilevante.
Perchè non si può andare al più del doppio della velocità consentita quando si trasportano altre persone e la loro incolumità e sicurezza deve essere messa al di sopra di ogni cosa.