Dieci persone uccise, incluso un agente di polizia. Questo il bilancio di una strage in un supermercato di Boulder, in Colorado, dove intorno alle 14.30 locali un uomo armato di fucile ha aperto il fuoco, freddando – tra gli altri – il primo agente arrivato sul posto. Il presunto killer è stato fermato ed è ora in custodia.
L’allarme è scattato poco dopo le 14.30 locali: il primo agente ad arrivare sul posto è stato Eric Talley, poliziotto di 51 anni. Poco dopo un tweet della polizia ha invitato tutti a tenersi alla larga dall’area. Nel frattempo un imponente spiegamento di forze dell’ordine è giunto nell’area. «Ti devi arrendere e uscire con le mani alzate», ha detto un agente al megafono rivolgendosi al killer all’interno del King Soopers. Poco dopo un uomo bianco ammanettato, in pantaloncini, senza maglietta e con una gamba insanguinata è stato scortato da due agenti.
«Non ha detto una parola: è entrato e ha sparato», riferiscono alcuni testimoni, descrivendo il killer armato da un fucile AR-15. La tragedia di Boulder riaccende il dibattito sulle armi negli Stati Uniti. Negli Usa è la seconda sparatoria in una settimana dopo la strage nei centri massaggi di Atlanta, e avviene in uno Stato, il Colorado, salito alle cronache nel corso degli anni per le stragi del liceo di Columbine e del cinema di Aurora durante la prima del film Joker.