“Homo Homini Lupus” Thomas Hobbes sulla frase di Plauto ha costruito gran parte della sua filosofia teorizzante dell’assolutismo, ora Djokovic sembra riprendere sportivamente questa locuzione latina portando nel tennis una dittatura- in termini di risultati ovviamente-che non lascia spazio ad emergenti rivoluzionari speranzosi di far crollare questo antico regime. Il 14 luglio 1789 con la presa della Bastiglia, la Rivoluzione Francese metteva fine all’età dell’assolutismo; il 14 luglio 2023 Novak ha riaffermato il suo dirompente potere assoluto sui campi da tennis più prestigiosi al mondo. “Il tennis sono io” sembra quasi dire durante il match contro Jannik Sinner: il primo next gen è stato distrutto, anche rapidamente e senza possibilità di appello; ora il serbo cercherà l’ottavo titolo a Church Road.
Jannik probabilmente entra in campo in ritardo, sapeva che non sarebbe stata facile, ma -per parafrasare i Coldplay– non pensava sarebbe stata così difficile. Era in un momento di fiducia, il cammino seppur agevole senza testa di serie incontrate gli aveva conferito grande consapevolezza nei suoi mezzi. Invece nei primi due set gioca ad intermittenza, non riesce ad esprimere il suo tennis, commette tanti gratuiti (circa il doppio del suo avversario) e soprattutto non sfrutta le occasioni, 4 che gli vengono concesse. Il terzo set è invece un discorso a parte: le tre occasioni di break per Nole vengono tutte annullate, l’altoatesino riesce a portare la partita al tie break e anzi ha ben due opportunità che gli avrebbero permesso di chiudere il set sul 6-4.
“Qualche rimpianto c’è” ha affermato ai microfoni di Sky, ma si è ritenuto comunque maggiormente soddisfatto rispetto al precedente del 2022. “Quest’anno le occasioni le ho avute, nel 2022 dopo i primi due set non avevo più speranze”; e in effetti non ha tutti i torti poiché l’inerzia degli scambi era spesso in suo favore. Il serbo è sempre il miglior risponditore della storia e proprio quel colpo ha fatto la differenza; le percentuali al servizio della Volpe Rossa si sono abbassate notevolmente rispetto agli altri turni, certamente non per demeriti di Jannik. Il doppio fallo nel tie break è l’episodio che mette termine alla partita; il classe 2001 esce dal Centrale con qualche rimpianto, ma con la convinzione di sentirsi “più vicino ai migliori del mondo” e lo stesso Nole al termine lo ha definito come tale. Complimenti da conservare certo, ma che lasciano in ogni caso il sapore di una sconfitta per 3 set a 0. Nelle parole di Djokovic c’è spazio anche per spensieratezza ed ironia; si definisce felice di “far parte di questa nuova generazione” poiché a detta sua i 36 anni sono “i nuovi 26”. Come se fosse uno studente liceale, Djokovic è ancora nella stessa classe dei Millennials, tuttavia dopo la batosta inferta a Sinner sembra che Nole e i Next Gen siano separati dalla cattedra che distingue i ruoli degli studenti da quello del Professore: per Alcaraz in finale sarà il momento dell’esame di maturità.
La cronaca di Sinner-Djokovic
Se da una parte Sinner non sfrutta le prime due occasioni di break nel primo game, Djokovic è subito un maestro e si prende il vantaggio decisivo per il primo set. Una terza palla break sprecata dall’azzurro lo lascia incollato al punteggio, ma permette a Nole di vincere il parziale senza troppe preoccupazioni, 6-3. Il terzo game del secondo set è un totale disastro, doppio fallo e gratuiti, a Djoko basta rispondere alla sua maniera e piazzare un vincente per consolidare la superiorità anche nel secondo parziale. C’è speranza perché l’altoatesino vince un duello corpo a corpo sotto rete, il serbo perde qualche certezza quando l’arbitro interrompe uno scambio per punto disturbato e si va ai vantaggi dove la Volpe Rossa spedisce uno “schiaffo a rimbalzo” da fondo in rete, peccato perché era break point. Le occasioni per rientrare nel set si fermano li, anzi Sinner deve essere perfetto per annullare due palle del 5-2 e scongiurare un parziale ancora più pesante, è 6-4. Con un back illeggibile Djokovic si guadagna 3 palle break anche nel terzo, sembra un copione già visto, ma stavolta è bravo Jannik a mettere le cose in ordine con il servizio. Il terzo set è più equilibrato soprattuto nel conteggio dei gratuiti. Un dritto sbagliato di Nole concede due set point in risposta all’azzurro che ci prova col dritto e poi col rovescio, niente da fare, finiscono entrambi in corridoio e si va al tie break. Jannik tenta di scappar via grazie ad una buona risposta, ma Djokovic non si può lasciar sorprendere dalla sua stessa specialità: il secondo doppio fallo della partita di Sinner arriva nel momento peggiore possibile, perde quel leggero vantaggio e poi un deludente rovescio a rete mette fine all’incontro. Novak Djokovic giocherà la sua trentacinquesima finale Slam, cercando il ventiquattresimo titolo.