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Wimbledon, sogni infranti: Musetti e Paolini Ko sul più bello.

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Un doppio fallo nel settimo game del terzo set della finale di Wimbledon che consegna il break all’avversaria è sportivamente assimilabile ad un autogol al 70′ di una finale mondiale. E’ ciò che è successo a Jasmine Paolini, che cede il servizio quando di tempo per recuperare ce ne era veramente poco, anche se lei tenta di sfruttarlo a pieno. Barbora Krejcikova vince il suo secondo Slam e mantiene in Repubblica Ceca il trofeo di Church Road, la ex numero 2 al mondo, in una stagione in cui non si è mai spinta oltre i quarti di finale ha ritrovato il livello di gioco dei tempi migliori, quello con cui festeggiò al Roland Garros del 2021. Scrive il suo nome nell’albo d’oro dopo quello della connazionale Marketa Vondrousova, è l’ottava vincitrice diversa dei Championships negli ultimi otto anni. La favola di Jasmine si ferma sul più bello, ad un solo set di distanza dal titolo più importante della carriera, ad un passo da quella che sarebbe stata la prima affermazione del tennis italiano sui verdi prati londinesi. Dopo il primo set anonimo e a tratti deludente Jasmine ritrova il gioco che l’ha portata nella storia, nel secondo parziale restituisce a Krejcikova il 6-2 incassato in apertura e si guadagna l’accesso al terzo set che poteva diventare il punto di partenza per l’ennesima rimonta, cosa che questa volta non è accaduta.

Jasmine Paolini

Jasmine e Musetti rimangono con i Sogni Appesi

Rimango con i sogni appesi” canta Ultimo nella canzone con la quale conclude la gran parte dei suoi concerti. Dopo le gioie di queste ultime due settimane londinesi, a Wimbledon per il tennis italiano è il momento delle delusioni che lasciano incompiute quelle speranze che erano maturate nel corso del torneo. Soprattutto Jasmine Paolini, che già un posto nella storia della racchetta se lo era ritagliato diventando la prima azzurra in finale ai Championship e la prima donna dai tempi di Serena Williams a giocare le finali a Londra e Parigi nello stesso anno, vede quei suoi sogni rimasti appesi, lasciati a metà da un risveglio che la riporta alla realtà con l’agrodolce sapore del secondo posto. Quanto fatto da Jas fino ad oggi sarà ricordato e celebrato ancora a lungo, è mancato il colpo finale contro un’avversaria di pari livello (a differenza del Ko in Francia contro Swiatek in cui la polacca è stata oggettivamente superiore). Non ci sono miracoli sul verde inglese dunque, Jasmine spreca quella che aveva tutta l’aria di essere l’occasione della vita. Nel primo set subisce l’impatto dell’atmosfera unica che si respira in una finale di Wimbledon incassando un 6-2 preoccupante che riporta ai tempi in cui non riusciva mai a vincere su questa superficie (prima del 2024 ai Championships aveva collezionato solo 3 eliminazioni al primo turno). Dimostrando poi di essere tornata in possesso del suo straordinario approccio mentale, che le ha permesso più volte di rimontare da situazioni disperate, la nuova socia dell’All England Club (il circolo che ospita il torneo concede la tessere a chiunque raggiunga l’ultimo atto del torneo), è riuscita a schiacciare l’avversaria con lo stesso risultato incassato in precedenza, 6-2 e terzo set. Nei primi 35 minuti di partita, la ceca è sembrata ingiocabile con il 90% di prime, poi è iniziato l’assolo di Jas; ogni attacco della ceca viene respinto al mittente e neanche due palle del controbreak scompongono l’italiana, sembra che sia cambiata la marea, ma in questo sport la tempesta è sempre dietro l’angolo. La situazione di estremo equilibrio nel terzo parziale viene frantumata fragorosamente nel settimo game quando Jasmine prima annulla una palla break, ma poi commette doppio fallo sulla seconda. E’ il momento che consegna il torneo a Barbora Krejcikova, anche se un ultimo brivido Jas riesce a regalarcelo nel tentativo di sfruttare l’ansia da traguardo che colpisce la sua avversaria facendole fallire due match point. Per nostra sfortuna Jasmine non riuscirà a sfruttare due palle break prima di uscire definitivamente sconfitta dalla partita più importante della sua carriera.

Lorenzo Musetti

La sconfitta di Jasmine giunge un giorno dopo quella di Lorenzo Musetti che ha cercato di tenere alto il tricolore dopo l’uscita di Jannik Sinner. Tuttavia, se quella di Jas è una sconfitta -per quanto una finale sia un risultato storico- dolorosa e per alcuni versi inattesa, quella di Lorenzo era prevedibile. Il terzo confronto Slam con Novak Djokovic ha sancito la sua elminazione, questa volta senza troppe occasioni per l’artista azzurro. Nole, memore della nottata di Parigi in cui l’italiano lo mise a dura prova, e tenendo a mente anche quanto accaduto nel 2023 a Montecarlo, questa volta è sceso in campo in modalità 24 slam e ha inflitto a Musetti un 3-0 netto e senza appello. Il serbo proverà con Alcaraz a raggiungere il record degli otto successi di Federer (l’idolo di Paolini e di tanti tennisti di questa generazione), mentre l’azzurro è già proiettato al prossimo appuntamento, quello olimpico in cui giocherà anche il doppio con Sinner. “Continuerò a sorridere nonostante la sconfitta”, ha dichiarato Jasmine Paolini al termine della finale persa, e in un certo senso Lorenzo Musetti esce da questo torneo di Wimbledon con lo stesso spirito di Jas. Quella del 2024 è stata l’edizione più azzurra del torneo e per quanto le sconfitte siano dolorose, almeno questa volta ci sentiamo di smentire Julio Velasco (l’allenatore di volley che ha portato la generazione d’oro a due mondiali nel 1990 e 1994): “Chi vince festeggia, chi perde spiega”, i nostri tennisti non hanno nulla da spiegare.

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