IQ. 12/09/013 – Nello Yemen una bambina di 8 anni è morta dissanguata per le lacerazioni riportate dopo la sua prima notte di nozze.
Eh sì dopo aver avuto il suo primo rapporto sessuale con un marito di 40 anni.
In teoria bambini e rapporti sessuali o bambine e nozze sono binomi raccapriccianti, ma così non è per lo Yemen.
La notizia rilanciata dall’agenzia Agi è arrivata dal quotidiano britannico Daily Mail.
La famiglia nega che sia accaduto ma il giornalista Mohammad Radman, fonte della notizia, afferma di avere testimoni pronti a confermarla.
Il marito, acquirente della piccola Rawan, venduta dal padre, è stato denunciato dagli attivisti per i diritti umani.
L’Unicef rende noto che nello Yemen il 14% delle ragazze si sposa prima dei 15 anni.
La storia raccapricciante va raccontata non solo per dovere di cronaca ma per richiamare l’attenzione su terribili episodi ed orrori che accadono a queste bambine.
Bambine vendute ad uomini con istinti pedofili da genitori poveri o senza scrupoli.
E’ ovvio che le conseguenze su queste bambine siano deleterie e devastanti. “Le bambine vengono tolte da scuola, la loro istruzione interrotta in modo permanente e molte soffrono di problemi di salute cronica per avere troppi figli e troppo presto – denuncia Liesl Gerntholtz, direttore della Divisione per i diritti delle donne di Human Rights Watch – È fondamentale che lo Yemen prenda misure immediate e concrete per proteggere le ragazze da questi abusi”.
Per paesi dove questa cultura è radicata è tutto normale.
E’ normale far morire una bambina perchè penetrata da un uomo adulto oppure, se anche non si arriva alla morte, è routine farle sposare come fossero adulte.
Chi può e ha il coraggio scappa come ha fatto Nada al-Ahdal 11 anni, anche lei yemenita.
In un ideo postato su Youtube nel luglio scorso, la piccola Nada aveva raccontato di essere fuggita da casa e di aver denunciato la sua famiglia che la voleva costringere a un matrimonio prematuro. Piuttosto che dire sì al matrimonio combinato “morirei”. E aggiungeva: “molte bambine hanno deciso di gettarsi in mare e ora sono morte”.
Ma non si può restare a guardare senza far nulla. Non è né intromissione né mancanza di rispetto o tolleranza verso una cultura differente da noi. E’ semplicemente uno scempio compiuto su vittime innocenti. E di fronte a quanto accade, questa è un’aberrazione che non può essere tollerata o giustificata da nessuna cultura o religione.