IQ. 27/11/2012 – Il settore della panificazione realizza un valore di sette miliardi di euro per circa 100.000 mila addetti, con 25mila imprese che sfornano circa 3,2 milioni di tonnellate di pane annuo.
Il settore
Il pane e i cereali rappresentano oggi il 17% circa del totale dei consumi alimentari, il 3,2% della spesa complessiva delle famiglie. Il 90% degli italiani consuma pane fresco tutti i giorni. Ogni famiglia spende in media circa 28 euro al mese solo per il pane, meno di 1 euro il giorno; che diventano 78 euro con riso, farine, biscotti, pasta, altri cereali. Lievemente più alta l’incidenza della spesa per il pane per le famiglie del Mezzogiorno rispetto a quelle del Nord e dell’Italia centrale. Circa il 90% della produzione proviene da forni a carattere artigianale. La restante parte – 10% circa – è prodotta da forni industriali. Nove italiani su dieci lo mangiano regolarmente, perché: ne ama il gusto (45,3%), lo considera un piacere (39,5%) e lo considera una necessità (33,4%). Il pane ha anche un valore simbolico che il 33,1% degli italiani lega alla tradizione, il 27,3% alla salute e il 19,5% alla cultura. Il miglior canale di acquisto del pane fresco sono i panifici (72,7%), a lunghissima distanza viene il supermercato (16%) e solo una sparuta quantità di persone (8%) lo compra nel negozio di generi alimentari. Il pane artigianale, secondo gli italiani, non è solo il più fresco (86,2%), ma anche il più buono (84,4%), più sano (75,3%), genuino (73,9%) nonché più sicuro nutriente e leggero. In cifre è quello che pensano gli italiani del pane.
FARE INFORMAZIONE SU CHI LAVORA E GARANTISCE FRESCHEZZA, BONTÀ E GENUINITÀ DEL PANE
Per garantire le tre suddette qualità del pane, i lavoratori operano in larga maggioranza sui turni notturni comprese le prestazioni lavorative sulle festività. È giunto il momento che le tre Associazioni imprenditoriali di riferimento, Assipan-Confcommercio, Federpanificatori e Fiesa-Confesercenti, assumano un comportamento più responsabile ed etico. Garantire un adeguamento salariale per recuperare un minimo di potere d’acquisto delle retribuzioni, oltre che un fattore di giustizia sociale, è anche un contributo alla tutela del patrimonio professionale dei lavoratori e delle lavoratrici. Tali temi, saranno portati nelle principali piazze delle città d’Italia, per denunciare e rendere consapevoli i consumatori che il pane si produce grazie alla professionalità e competenza e pertanto testa, braccia e cuore delle lavoratrici e dei lavoratori. Quelle risorse umane, testa e braccia, hanno legittima necessità di lavorare e vivere con un contratto rinnovato con dignità, compresa un’equa e giusta retribuzione.