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2 giugno 2013…Ma è ancora RES PUBLICA?

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A cura della Dott.ssa Marisa Nicolini (*)

IQ. 02/06/2013 – E’ con viva e vibrante soddisfazione… che il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha rivolto ai Prefetti delle varie Città italiane l’invito a celebrare la solenne ricorrenza della Festa della Repubblica con la sobrietà che il momento richiede, riaffermandone, comunque, il profondo significato nel rinnovato richiamo ai valori sui quali si fonda la nostra Comunità nazionale.

“Come tutti coloro che esercitano pubbliche funzioni sul territorio – ha aggiunto il Capo dello Stato – Voi siete interpellati quotidianamente dalle ansie e dalle aspettative di persone, famiglie ed imprese in gravi difficoltà. Di questa vera e propria ‘questione sociale’ – che si esprime soprattutto nella dilagante disoccupazione giovanile – bisogna farsi carico ponendola al centro dell’azione pubblica, che deve connotarsi per un impegno sempre più assiduo nella ricerca di soluzioni tempestive ed efficaci alle pressanti istanze dei cittadini”.

2 giugno marisa 1“La fiducia – ha rilevato il Presidente Napolitano – potrà rinascere – ed essere a sua volta volano di migliori risultati – se le risposte saranno coerenti e mirate in uno sforzo continuo, volto a razionalizzare e semplificare gli apparati e l’azione amministrativa ed a riorientare l’utilizzo delle risorse pubbliche perché possa concretamente avviarsi una nuova fase di sviluppo e di coesione sociale. In questa direzione, chiedo a Voi Prefetti, chiamati ad una interlocuzione sistematica con le componenti istituzionali e le forze sociali attive sul territorio, di dare il massimo impulso ad iniziative per una maggiore apertura, efficacia e trasparenza dell’azione pubblica, favorendo la semplificazione e un lavoro comune delle amministrazioni che tenga conto delle esigenze più avvertite in ambito locale. Vi chiedo altresì, nell’ambito della generale attività di prevenzione, la massima attenzione alle situazioni di maggior disagio e bisogno, promuovendo iniziative di ascolto, di sostegno e di integrazione per evitare il più possibile episodi tragici come quelli verificatisi di recente”.

Festa della Repubblica in tono minore, com’è ovvio che sia, ma pur sempre Festa della Repubblica, ovvero della Cosa Pubblica degli Italiani che ne condividono – o meglio, dovrebbero condividerne – oneri e onori. Ma è ancora così? Noi Italiani ci sentiamo ancora sulla stessa barca, consapevoli che o si rema o si affonda, ma sempre INSIEME? Abbiamo ancora interesse e volontà di fornire le nostre migliori risorse alla costruzione, e dove occorre alla ricostruzione, della Res Publica, ovvero delle cose che appartengono a tutti?

Ho un’età per cui posso ricordare i sacrifici che hanno portato l’Italia al boom economico e di natalità degli Anni ‘60: milioni di Italiani della classe media accomunati da sogni di un’autonomia basata sul Lavoro, sul Risparmio, sull’Investimento nella casa e nello studio dei figli, per dare un futuro a loro e, tutti insieme, alla Nazione.

Ricordo poi il vento di cambiamento soffiato tra quelle generazioni che hanno speso la propria gioventù a sognare un mondo più giusto e più equo per tutti, a partire dai rapporti di genere per continuare con i diritti umani (in primo luogo studio e lavoro) degli Anni ’70. E, tragicamente, i successi Anni di Piombo.

 

Ricordo, ancora, che a un certo punto, ‘grazie’ anche ai mezzi di comunicazione di massa in specie privati, si è cominciato a dare “Panem et Circenses” a tutte le ore del giorno e della notte e ad ogni fascia di età: era iniziata l’èra dell’individualismo, dell’omologazione verso modelli fino ad allora estranei alla cultura sociale degli Italiani. Erano gli Anni ‘80/’90.

Ricordo che la Magistratura, allora molto stimata, ha cercato di eradicare mafie e cancri con risultati ancora non ben chiari: fine della Prima Repubblica? Collusione Stato-mafia? E la Seconda Repubblica in cosa si è differenziata dalla precedente?

Da allora è iniziato un sistematico disamoramento dei cittadini per la Cosa Pubblica, percepita – e non voglio apparire qualunquista – in mano a mordaci politici ancor più di prima assetati di potere personale per gestire a proprio esclusivo vantaggio la sempre più depauperata Italia.

E arriviamo così alle cifre del dilagante astensionismo registrate nell’ultima tornata elettorale delle Amministrative di maggio, da cui apprendo con profonda tristezza che la Res Publica non interessa quasi più a nessuno. “Tanto, a che serve votare?” sembra sentir dire da milioni di cittadini.

Questa frattura tra Res Publica e Res Privata dà vita a una miriade di patologie sociali – ben richiamate nell’invito ai Prefetti del nostro bis-Presidente – perché si è perso il senso del comune intendimento verso una società migliore (benché attraverso vie diverse): che fine hanno fatto i concetti di impegno, sacrificio, tenacia, volitività, autonomia, rispetto, in questo Stato sgangherato e quotidianamente depredato e offeso?

Aspetto risposte!

Buona Festa della Repubblica a quanti si commuovono ancora pensando alla propria Casa Comune!

Dott.ssa Marisa Nicolini

 

La Dott.ssa Marisa Nicolini è psicologa e psicoterapeuta, abilitata all’insegnamento della Psicologia Sociale e Consulente Tecnico d’Ufficio del Tribunale di Viterbo.

Collabora, tra l’altro, con la Casa di Cura “Villa Rosa” di Viterbo e con la “Clinica Parioli” di Roma e riceve presso lo Studio di Psicologia Clinica e Giuridica in Via A. Polidori, 5 – Viterbo, cell. 3288727581, e-mail m_nicolini@virgilio.it

Collabora con le Associazioni AIAF (Avvocati di Famiglia e Minori) e Donne per la Sicurezza onlus.

Potete conoscere meglio le sue attività ai seguenti link:

www.marisanicolinipsicologaviterbo.freshcreator.com

http://psicologanicolini.oneminutesite.it

Inoltre potete seguire le sue attività consultando la pagina Facebook http://www.facebook.com/pages/Studio-di-Psicologia-Clinica-e-Giuridica-Drssa-Marisa-Nicolini/177076385739068?ref=ts&fref=ts

 

 

 

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