Le ultime sono state ore intense, fatte di decisioni e di parole. Il Presidente del Consiglio Conte ha prorogato la chiusura del Paese fino al 3 maggio. Il presidente della Fifa, Infantino, ha detto la sua in un video inviato ai rappresentanti di tutte le 211 federazioni del mondo: “Nessuna partita, nessuna competizione, vale il rischio di una sola vita umana. Tutti nel mondo dovrebbero averlo ben chiaro in mente”. Il Ministro dello Sport Spadafora ha scritto una lettera ai presidenti del Coni Malagò e del Comitato Italiano Paralimpico Pancalli, in cui si legge: “Vi prego di voler attivare le federazioni e gli altri soggetti del sistema sportivo, affinché la ripresa degli allenamenti e delle attività avvenga, presumibilmente dal 4 maggio, nel più rigoroso rispetto delle prescrizioni di sicurezza, che saranno individuate d’intesa con le autorità sanitarie e gli organismi scientifici”. Il presidente federale Gravina ha aggiunto: “Vogliamo concludere quello che abbiamo iniziato, nel rispetto della salute di tutti i protagonisti”. A fine aprile i calciatori di serie A si sottoporranno ai test e agli esami previsti dal protocollo del comitato medico scientifico della Federcalcio, dove molti club vorrebbero vedere anche il professor Castellacci, cioè colui che guida l’Associazione Italiana Medici del Calcio e che è stato il responsabile medico dell’Italia Campione del Mondo nel 2006: in Cina, ha vissuto da vicino l’impatto del coronavirus sul mondo dello sport.
A proposito del protocollo: è di difficile applicazione in B e in C. Il giorno esatto di fine aprile in cui inizieranno i test per i giocatori di A non si conosce, perché si sta ancora aspettando la certificazione di quelli sierologici. In quella fase verranno coinvolti anche i giovani della Primavera: se un calciatore della prima squadra risulterà positivo, da lì le squadre di A attingeranno. Per quanto riguarda la previsione di inizio campionato, al momento si oscilla fra il 30 maggio e il 14 giugno