Home Attualita' (OLD) Abolito l’esame di stato per diverse professioni . Basterà la laurea.

Abolito l’esame di stato per diverse professioni . Basterà la laurea.

Il provvedimento riguarda le facoltà di agraria, veterinaria, psicologia e odontoiatria. Medicina ha abolito l’esame di stato già nel 2020 a causa dell’emergenza Covid. Rientrano nella categoria delle lauree abilitanti anche quelle che preparano alla professione di geometra, perito agrario, agrotecnico e perito industriale. Sono espressamente esclusi gli avvocati, i commercialisti, gli ingegneri e i notai.

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Si semplifica l’inserimento lavorativo dei giovani laureati nel mondo del lavoro. Diventa operativa l’abolizione degli esami di stato per l’esercizio di alcuni professioni per le quali sarà sufficiente il titolo di laurea. La riforma si collega al Pnrr che ha come finalità specifica quella di snellire il sistema burocratico di cui soffre il nostro mercato del lavoro e di facilitare i processi produttivi rendendoli più dinamici e in linea con quelli degli altri paesi europei. Il provvedimento riguarda quattro facoltà: odontoiatria, farmacia, veterinaria e psicologia. A questi corsi di laurea bisogna aggiungere medicina, che ha beneficiato di questo provvedimento già nel 2020 a causa dell’emergenza Covid che rendeva urgente reclutare medici anche tra le nuove leve. Il governo ha dichiarato espressamente che da questo processo resteranno escluse le professioni di ingegnere, avvocato, commercialista e notaio. E’ previsto che, per integrare laurea ed esame di stato, il tirocinio pratico valutativo obbligatorio sia inserito all’interno del corso studi. Coinvolte dalla riforma anche le lauree professionalizzanti che rilasciano titolo di geometra laureato, agrotecnico laureato, perito agrario laureato e perito industriale laureato. Altre lauree potranno essere rese abilitanti su proposta dell’ordine professionale e del ministero di appartenenza. La semplificazione è da intendersi positivamente e pone le basi per una prima revisione della riforma universitaria del ministro Berlinguer basato sul ciclo 3+2. Il sistema universitario italiano infatti ,dopo aver superato nella maggior parte delle facoltà il ciclo unico dei vecchi ordinamenti ,ha avviato un’ artificiale e cervellotica divisione tra lauree triennali e magistrali. I due diversi gradi formativi, a differenza degli altri paesi avanzati, hanno offerto solo esami aggiuntivi e moltiplicazioni di cattedre a favore di un mondo accademico dominato dalla autoreferenzialità. Un percorso universitario quinquennale, capace di integrare il sapere pratico dei tirocini professionalizzanti ,è in linea con quanto avviene all’estero ma anche con l’estensione di un anno richiesto per la magistrale del nuovo ordinamento, rispetto alle quadriennali dell’ordinamento precedente. Da valutare inoltre il potenziale effetto positivo che il ruolo dei tirocini potrebbe avere creando maggiore sinergia tra università e il mondo pratico delle professioni.

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