Le 195 nazioni riunite a Parigi hanno adottato l’accordo sul clima, definito storico dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. L’approvazione è stata seguita da un lungo applauso. “L’accordo di Parigi sul clima è stato adottato”, ha annunciato il presidente della COP21, Laurent Fabius, scatenando un lungo applauso nella sala plenaria. “Questo è un piccolo martello – ha aggiunto Fabius, facendo riferimento al martelletto usato in plenaria – ma può fare grandi cose”. L’annuncio dell’accordo è stato seguito da diversi minuti di standing ovation, abbracci e pianti di gioia tra i delegati presenti nella sala. Sul podio è quindi salito anche il presidente francese Francois Hollande, che ha stretto le mani del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon e di Laurent Fabius, mentre il responsabile per il clima delle Nazioni Unite Christiana Figueres e il capo negoziatore della Francia Laurence Tubiana si sono date un lungo abbraccio. “Siamo nella storia” ha detto a sua volta Galletti. “E a questa storia ha contribuito anche l’Italia che sin dall’inizio con tutta l’Europa ha creduto all’obiettivo ambiziosissimo di 1.5 gradi”. L’accordo è un “passo decisivo” verso una “svolta storica” nella storia dei negoziati ambientali. Ma, allo stesso tempo, un passo che “è solo l’inizio di un lungo cammino”. Il testo adottato parte innanzitutto da un presupposto fondamentale: riconosce cioè che “il cambiamento climatico rappresenta una minaccia urgente e potenzialmente irreversibile per le società umane e per il pianeta” e richiede pertanto “la massima cooperazione possibile da parte di tutti i Paesi” con l’obiettivo di “accelerare la riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra”. Limato, corretto, affinato e rivisto nel corso di questi 12 giorni e notti a Le Bourget dalle delegazioni di 196 Paesi questo testo rappresenta, come tutti sottolineano, solo l’inizio di un lungo percorso, l’architettura su cui costruire la futura casa di uno sviluppo ambientale sostenibile.