La flessione del valore aggiunto è risultata meno marcata nel Nord-ovest rispetto alla media nazionale con cali del 3% nel settore primario, del 3,3% nell’industria e dell’1,1% nei servizi.
Nel Nord-est il peggioramento dell’attività economica è da attribuirsi, soprattutto, alle rilevanti diminuzioni del valore aggiunto nel settore primario (-7,3%) e nell’industria (-3,9%). Nel settore terziario il calo è stato dell’1%.
Nel Centro si è riscontrata una contrazione particolarmente marcata del valore aggiunto dell’industria (-6%) e anche il settore primario ha segnato una forte riduzione (-4,2%). Il settore terziario ha registrato, invece, una flessione più contenuta
(-0,9%).
Il Mezzogiorno ha segnato, in termini aggregati, i risultati più negativi. Il calo del valore aggiunto è stato del 3,4% nel settore primario (inferiore a quello nazionale), del 5% nell’ l’industria e dell’ 1,8% nei servizi.
L’occupazione in Italia ha registrato, nel 2012, una diminuzione dell’1,1%. L’andamento dell’occupazione rispecchia le dinamiche territoriali del valore aggiunto. Nel Mezzogiorno si assiste alla contrazione maggiore (-1,4%), mentre nel Centro-Nord la perdita occupazionale è più contenuta, con cali dell’1% nel Nord-ovest, dello 0,8% nel Nord-est e dell’1% nel Centro.
Maggiori disparità territoriali si registrano per l’occupazione del settore industriale, con diminuzioni più contenute al Nord (-2,2% nel Nord-ovest e -2,4% nel Nord-est) e più marcate al Centro (-4,4%) e nel Mezzogiorno (-3,6%).