di Marisa Nicolini (*)
IQ. 16/06/2013 – Al gioco d’azzardo si perde sempre!
Il 30 maggio scorso la Regione Lazio ha finanziato con ben 13 milioni e 500 mila euro 45 progetti per contrastare l’abuso di alcool, la tossicodipendenza e le nuove dipendenze da gioco d’azzardo.
Ma che cos’è il gioco d’azzardo patologico, detto anche ludopatia?
Sono d’azzardo tutti quei giochi in cui lo scopo è vincere denaro e nei quali il risultato dipende, del tutto o in parte, dalla fortuna piuttosto che dall’abilità del giocatore.
I giochi d’azzardo più diffusi sono: le videolottery e le slot-machine (spesso chiamate ancora videopoker), i gratta e vinci, il lotto e il superenalotto, i giochi al casinò, il “Win for life”, le scommesse sportive o ippiche, il bingo, i giochi online con vincite in denaro (ad esempio il poker online).
Il gioco non è sempre pericoloso, molte persone giocano in modo responsabile.
Ma molte persone con il tempo sviluppano comportamenti compulsivi nel gioco molto simili a quelli che si manifestano con la dipendenza da sostanze.
Il problema della dipendenza esiste quando si manifesta un persistente bisogno di giocare e aumentano in modo progressivo il tempo e il denaro impegnati nel gioco, fino al punto di:
• condizionare in modo significativo gli altri ambiti della propria vita (la famiglia, il lavoro, il tempo libero),
• investire al di sopra delle proprie possibilità economiche,
• trascurare i quotidiani impegni della vita.
Spesso il giocatore non ha la consapevolezza di avere un problema, ma il problema c’è: ecco, allora, che può essere utile distinguere tra chi gioca, anche d’azzardo, ma per puro divertimento, e chi invece è dipendente nel vero senso della parola.
Tecnicamente vengono distinte le seguenti tipologie di giocatori:
1. il giocatore sociale che è mosso dalla partecipazione ricreativa, considera il gioco come un’occasione per socializzare e divertirsi e sa governare i propri impulsi distruttivi;
2. il giocatore problematico in cui, pur non essendo presente ancora una vera e propria patologia attiva, esistono dei problemi sociali da cui sfugge o a cui cerca soluzione attraverso il gioco;
3. il giocatore patologico in cui la dimensione del gioco è ribaltata in un comportamento distruttivo che è alimentato da altre serie problematiche psichiche;
4. il giocatore patologico impulsivo/dipendente in cui i gravi sintomi che sottolineano il rapporto patologico con il gioco d’azzardo sono talvolta più centrati sull’impulsività e altre volte sulla dipendenza.
Giocatore veramente dipendente è colui in cui l’impulso per il gioco diviene un bisogno irrefrenabile e incontrollabile, al quale si accompagna una forte tensione emotiva ed una incapacità, parziale o totale, di ricorrere ad un pensiero riflessivo e logico. L’autoinganno e il ricorso a ragionamenti apparentemente razionali servono per controllare il senso di colpa e innestano ed alimentano un circolo autodistruttivo: se il giocatore dipendente perde, giustifica il suo gioco insistente col tentativo di rifarsi e di “riuscire almeno a riprendere i soldi persi”, se vince si giustifica affermando che “è il suo giorno fortunato e deve approfittarne”.
Per poter fare una diagnosi di ludopatia occorre che siano presenti nel tempo più di uno di questi sintomi, non riconducibili ad altri disturbi primari:
• eccessivo assorbimento in attività dirette o indirette (programmi di gioco, pensieri su come procurarsi denaro, ecc.) legate al gioco d’azzardo;
• bisogno di aumentare la quantità di denaro con cui si gioca per raggiungere livelli di eccitazione desiderati;
• tentativi ripetuti ma infruttuosi di interrompere, ridurre o controllare il proprio comportamento di gioco d’azzardo;
• ansia o irritabilità quando si tenta di controllare o ridurre il gioco d’azzardo;
• tendenza ad utilizzare il ricorso al gioco d’azzardo per ridurre stati affettivi negativi (colpa, impotenza, depressione, ecc.) o per fuggire a problemi;
• tendenza a ritornare al gioco per rifarsi dalle perdite precedenti;
• propensione a mentire sul proprio comportamento di gioco;
• perdita reale o grave rischio di perdita, a causa del gioco d’azzardo, di una o più relazioni importanti oppure compromissione del lavoro o di opportunità scolastiche;
• ricorso a comportamenti illegali quali furti, frodi, baro, falsificazione;
• richiesta ad altri di denaro necessario per rimediare alla propria situazione finanziaria più o meno disperata a causa dei debiti di gioco.
Come per le altre droghe, anche nel gioco d’azzardo compulsivo possono svilupparsi i seguenti fenomeni
• sintomi di tolleranza, come il bisogno di aumentare la quantità di gioco,
• sintomi di astinenza, come malesseri legati ad ansietà e irritabilità associati a problemi vegetativi o a comportamenti criminali impulsivi, e
• sintomi di perdita di controllo manifestati attraverso incapacità di smettere di giocare.
Se prevalgono altri sintomi maggiormente legati al deficit nel controllo degli impulsi, il comportamento di gioco patologico impulsivo va ricondotto soprattutto ad un problema in quest’area (disregolazione degli impulsi), senza che si possa necessariamente parlare di dipendenza.
I giochi che sembrano predisporre maggiormente al rischio sono quelli che offrono maggiore vicinanza spazio-temporale tra scommessa e premio (la vincita ‘sembra’ lì, a portata di mano, non occorre aspettare che escano i numeri in dati giorni), quali le slot-machines e i giochi da casinò, ma anche i videopoker e il bingo.
Dalle cronache, infine, apprendiamo che sempre più spesso, purtroppo, genitori giocatori dipendenti lasciano i propri figli, spesso piccolissimi, in auto anche per ore intanto che loro ‘giocano alle macchinette’, mentre altri – solo apparentemente più coscienziosi – portano con sé i propri figli nelle sale gioco. Questo è un problema molto grave poiché è dimostrato che i figli dei giocatori patologici hanno molte più probabilità di sviluppare in futuro dipendenza dal gioco d’azzardo o altre dipendenze e, comunque, problemi di tipo psicologico, tanto più se esposti ‘in vivo’ al comportamento di gioco del genitore dipendente.
Fermo restando che bene sarebbe NON INIZIARE proprio, ecco
Alcune buone regole per proteggersi dal gioco d’azzardo patologico
• Giocare solo la somma destinata al divertimento, smettere di giocare quando si è speso quel denaro
• porsi limiti di tempo e di denaro nell’impegno che si dà al gioco
• non giocare quando si hanno debiti urgenti
• non farsi prestare denaro per il gioco
• non giocare quando so sta vivendo una situazione di stress emotivo
• coltivare altri interessi, fare in modo che il gioco sia solo uno dei propri passatempi
• non giocare con amici che scommettono pesantemente
• non mescolare alcol e droga al gioco
• non giocare perché si pensa che sia “il giorno fortunato” (non affidarsi a sensazioni ritienute “positive”)
• non esiste una macchina “fortunata” (o carte fortunate o giocate o “giri” fortunati)
Qui di seguito il link del test scientifico più utilizzato nelle ricerche e negli studi sul gioco d’azzardo, per riconoscere i comportamenti di gioco eccessivi e patologici:
http://www.giocaresponsabile.it/?fuseaction=TestSOGS
E ricordate: “Il carattere delle persone non si rivela mai così chiaramente come nel gioco” (Lev Tolstoj)
Dott.ssa Marisa Nicolini
(*) La Dott.ssa Marisa Nicolini è psicologa e psicoterapeuta, abilitata all’insegnamento della Psicologia Sociale e Consulente Tecnico d’Ufficio del Tribunale di Viterbo.
Collabora, tra l’altro, con la Casa di Cura “Villa Rosa” di Viterbo e con la “Clinica Parioli” di Roma e riceve presso lo Studio di Psicologia Clinica e Giuridica in Via A. Polidori, 5 – Viterbo, cell. 3288727581, e-mail m_nicolini@virgilio.it
Collabora con le Associazioni AIAF (Avvocati di Famiglia e Minori) e Donne per la Sicurezza onlus.
Potete conoscere meglio le sue attività al seguente link:
www.marisanicolinipsicologaviterbo.freshcreator.com
Inoltre potete seguire le sue attività consultando la pagina Facebook http://www.facebook.com/pages/Studio-di-Psicologia-Clinica-e-Giuridica-Drssa-Marisa-Nicolini/177076385739068?ref=ts&fref=ts