Bisognerà attendere il prossimo mese di febbraio 2024 per conoscere gli esiti del concorso internazionale di architettura per la realizzazione della Nuova Passeggiata Archeologica nell’area archeologica centrale della Capitale, il cui bando è stato appena pubblicato. Ma, intanto, il segnale lanciato dall’amministrazione capitolina appare inequivocabile: dopo la recente esperienza della competizione per il Museo della Scienza, il sindaco Gualtieri continua a puntare sullo strumento del concorso per rilanciare l’immagine e la reputazione della città, provando ad agire anche sul suo patrimonio più rilevante, identitario e prezioso. Incluso dentro l’ambizioso Piano Strategico di trasformazione del Centro Archeologico Monumentale di Roma (il cosiddetto CArMe), il nuovo concorso dovrebbe infatti costituire il punto di avvio di una stagione concorsuale finalizzata, nel complesso, alla ridefinizione del ruolo urbano fin qui assegnato non solo agli antichi fori, ma anche a Colosseo, Colle Oppio, Celio, Terme di Caracalla e Circo Massimo. Attraverso le soluzioni progettuali che emergeranno nel corso dei prossimi anni si proverà dunque a favorire la piena apertura alla città contemporanea di ciascuno di questi luoghi o monumenti: si proverà a intervenire sulle attuali modalità di fruizione e sull’azzeramento delle “distanze”, sia quelle legate alla mobilità che quelle connesse con le difficoltà di comprensione di un complesso di siti tanto articolato. Come? Con rinnovati percorsi (incluso un anello pedonale alla quota archeologica per connettere i cinque fori imperiali), terrazze o affacci panoramici, l’adozione del verde, nuovi strumenti divulgativi e opere di carattere infrastrutturale.
Il concorso per la nuova passeggiata dei Fori Imperiali
Focalizzando quindi l’attenzione sull’iter concorsuale appena avviato, emergono cinque “linee d’azione” sulle quali i progettisti che intenderanno prendere parte alla competizione dovranno esprimersi entro il 29 dicembre prossimo. Il bando, infatti, prevede lo sviluppo di soluzioni per “l’allestimento di una articolazione di spazi pubblici che ridisegnino il paesaggio dell’asse di via dei Fori Imperiali e delle aree contigue”, prevedendo anche l’introduzione di elementi di arredo urbano, di strumenti digitali per la comunicazione, la divulgazione e la fruizione di realtà virtuali immersive, e per supportare le specifiche esigenze delle performance artistiche. Anche in considerazione dell’impatto del cambiamento climatico e della già nota necessità di offrire porzioni di ombra e fresco nelle torride estati capitoline, strategico viene considerato il contributo della componente vegetale, non a caso definita “elemento decisivo del paesaggio”, nonché in grado di “far dialogare le diverse caratteristiche degli spazi d’intervento”. Altrettanto essenziali saranno poi “il ripristino e la cura dei tracciati trasversali di collegamento con la città circostante”, “l’installazione di attrezzature per la fruizione e per l’arredo degli spazi pubblici” e la nuova immagine coordinata.
Roma rivoluziona l’area dei Fori
Nell’anno cruciale per la corsa all’Expo 2030 (la decisione arriverà a novembre), il Campidoglio si impegna quindi a incidere nell’avvenire di un luogo senza uguali, con il proposito di interrompere le attuali modalità di fruizione in nome di un uso pienamente pubblico. “Riscoprire gli antichi Fori come centri della civitas contemporanea è la più grande opera di cultura urbana di questo inizio di secolo. È la più bella notizia che Roma possa dare al mondo. È l’ambizione di ravvivare la memoria storica come energia di cambiamento della città. È l’occasione della riscossa civile contro la stagnazione che ha attanagliato la Capitale negli ultimi tempi. È la meraviglia da condividere tra tutte le genti, tra le diverse generazioni, tra gli abitanti e i visitatori, tra tutte le parti della città, dal centro alla periferia, come auspicava il sindaco Luigi Petroselli”, si precisa nei documenti di gara. Sarà interessante analizzare quali risposte arriveranno dagli studi che vorranno misurarsi con questa sfida (e con tutte quelle che, in particolare in Italia, seguono le fasi successive all’annuncio dei risultati) e anche capire se la competizione riuscirà davvero a stimolare un’ampia partecipazione internazionale: sarebbe un segnale forte per Roma. Per il team vincitore il riconoscimento sarà pari a 135.000,00 €; ai concorrenti risultati classificati dal 2º al 5º verrà riconosciuto un rimborso spese, complessivamente pari a 100.000,00 €.
Valentina Silvestrini