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Analisi Versamenti IMU

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IQ. 25/02/2013 – I versamenti IMU totali aggiornati alle deleghe del 25 gennaio 2013 ammontano a circa 23,7 miliardi di euro, di cui 9,9 miliardi di acconto e 13,8 miliardi di saldo. Hanno versato l’imposta 25,8 milioni di contribuenti.

La quota di maggior gettito derivante dalle manovre deliberate dai comuni è valutabile intorno a 3,8 miliardi di euro.1 Al netto della quota derivante dalle manovre comunali, i dati provvisori indicano un gettito IMU per il 2012 ad aliquota standard di circa 19,9 miliardi. Includendo una stima delle “code” dei versamenti2, il gettito stimato sulla base dei dati provvisori aggiornati al 25 gennaio, sempre al netto delle manovre, ammonta a circa 20 miliardi di euro, sostanzialmente in linea con le previsioni elaborate a luglio 2012.

Nel quadro tendenziale dei conti delle pubbliche amministrazioni l’IMU è inclusa per una previsione di gettito pari a circa 22,5 miliardi nel 2012, a 23 miliardi nel 2013 e a 23,3 miliardi nel 2014.

Il gettito IMU relativo all’abitazione principale, comprensivo delle manovre comunali, è risultato di circa 4 miliardi di euro. Hanno effettuato versamenti circa 17,8 milioni di contribuenti, per un importo medio di circa 225 euro. L’85 per cento dei contribuenti ha effettuato versamenti compresi entro i 400 euro, per un gettito complessivo pari a circa il 54 per cento del totale. Il 6,8 per cento dei contribuenti ha versato oltre 600 euro, con un gettito complessivo di poco inferiore al 30 per cento del totale.

Ad aliquota standard, cioè al netto delle manovre comunali, il gettito IMU sull’abitazione principale è di circa 3,4 miliardi e circa un quarto delle abitazioni principali risulta esente da IMU.

Confronto tra l’IMU e l’ICI sulle abitazioni principali

Una delle principali novità dell’IMU è stata l’abolizione dell’esenzione sulla abitazione principale che era stata introdotta nell’anno 2008. In particolare tre sono le differenze fondamentali dell’IMU rispetto all’ICI:

a) la base imponibile si ottiene moltiplicando per 160 (100 con l’ICI) la rendita catastale rivalutata;

b) l’aliquota ordinaria sull’abitazione di residenza è pari al 4 per mille e i Comuni hanno facoltà di aumentare o ridurre l’aliquota in una fascia compresa tra il 2 e il 6 per mille (con l’ICI le aliquote si collocavano tra il 4 e il 7 per mille);

c) la detrazione base concessa per l’abitazione di residenza è pari a 200 euro (poco più di 100 euro con l’ICI 2007) e può essere innalzata dal Comune; essa inoltre aumenta di 50 euro per ogni figlio convivente di età inferiore a 26 anni, fino ad un massimo di 600 euro. Complessivamente, il gettito IMU sulla prima casa, ad aliquota standard, è equivalente all’ICI dell’ultimo anno di vigenza: rispettivamente 3,4 e 3,3 miliardi.

Data la detrazione fissa di 200 euro, più elevata di quella vigente nel 2007 sull’ICI (pari a 103,29 euro), l’IMU sulle abitazioni principali risulta più progressiva dell’ICI. Le due imposte sono state simulate sulle rendite catastali di tutti i soggetti che nel 2010 risultavano proprietari di abitazioni principali; per l’IMU è stata considerata l’aliquota del 4 per mille e la detrazione di 200 euro (prescindendo dall’ulteriore detrazione per figli) e per l’ICI l’aliquota del 5 per mille e la detrazione di 103,29 euro. Le basi imponibili sono state calcolate applicando alle rendite catastali rivalutate il coefficiente previsto dalle normative (160 per l’IMU e 100 per l’ICI). Per il meccanismo di calcolo dell’imposta, il versamento IMU risulta inferiore al versamento ICI per rendite catastali fino a circa 660 euro, mentre per rendite superiori risulta più elevato. Circa un quarto delle abitazioni principali risulta esente. Tra le abitazioni principali, quelle con rendita inferiore a 660 euro – che quindi beneficiano di un risparmio dall’applicazione della nuova imposizione sugli immobili rispetto all’ICI prima dell’esenzione – rappresentano il 74% in termini numerici ed il 50% in termini di rendita.

Ordinando i proprietari per decili di rendita catastale dell’abitazione principale e, calcolando per ciascun decile l’incidenza dell’IMU (ovvero il rapporto tra l’IMU ed il reddito complessivo al netto dell’IMU) e dell’ICI 2007 (ovvero il rapporto tra l’ICI ed il reddito complessivo al netto dell’ICI), emerge che l’IMU presenta una progressività più marcata rispetto all’ICI; l’incidenza di entrambe le imposte è infatti crescente con la rendita catastale ma l’ICI determina un prelievo significativamente maggiore dell’IMU per i proprietari appartenenti ai primi sette decili. Il contrario avviene per le rendite elevate, ovvero per i proprietari degli ultimi tre decili di rendita, che risultano svantaggiati dal nuovo prelievo.

 

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