Ha scatenato un fiume di reazioni l’intervento del vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, sul tema dell’apertura domenicale e festiva dei negozi. Lunedì, con un post su Facebook in seguito alle polemiche sul caso dell’outlet di Serravalle Scrivia, nell’Alessandrino, aperto il giorno di Pasqua, Di Maio aveva sostenuto che “le liberalizzazioni sfrenate hanno fallito, dovevano essere il volano dell’economia, ci stanno rendendo più poveri”.
Immediate sono arrivate le repliche, a partire da quella del senatore e sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, promotore di Forza Europa: “Non sarà il rimpianto del bel mondo antico a dare all’Italia nuove opportunità di crescita e occupazione. Ma c’è un sottofondo classista nella richiesta di chiusura domenicale dei centri commerciali: sono le famiglie dei lavoratori, impiegati ed operai, quelle che più delle altre usufruiscono dei servizi dei centri commerciali nei giorni festivi; servizi e prodotti offerti a costi concorrenziali che, a loro volta, portano in Italia come altrove maggiore occupazione e buste paga più pesanti per chi decide liberamente di lavorare nei giorni festivi”.