Bici – Delibera della Giunta Comunale di Milano – Obbligo di punzonatura dei telai delle biciclette – Assoedilizia
A s s o e d i l i z i a
Assoedilizia accoglie con parziale soddisfazione la punzonatura identificativa delle biciclette
COLOMBO CLERICI: OCCORRE UNA VERA TARGA VISIBILE A DISTANZA
Assoedilizia accoglie con parziale soddisfazione la delibera della Giunta di Palazzo Marino di istituire un registro on line delle biciclette e la loro punzonatura identificativa. Parziale soddisfazione perché, rileva il presidente dell’associazione dei proprietari immobiliari Achille Colombo Clerici, risponde alla necessità di recuperare i mezzi rubati (secondo stime attendibili, oltre 300.000 all’anno su un totale di 4 milioni di velocipedi) e non alla necessità di individuare i ciclisti-bulli che infrangono la legge, circolando impunemente sui marciapiedi e sfrecciando nelle aree riservate ai pedoni, contromano, attaccati al telefonino e, di notte, senza segnali luminosi, costituendo un pericolo per i cittadini oltrechè per se stessi. E in caso di incidente spesso si dileguano lasciando al malcapitato investito gli oneri delle cure mediche.
Secondo l’Aivis-Associazione italiana vittime e infortuni della strada onlus, a Milano nel solo mese di luglio 2016 una decina di persone hanno subito danni causati da ciclisti che, nella maggior parte dei casi, sono fuggiti. Ecco perché sarebbe indispensabile munire le biciclette di una targa visibile a distanza.
Nel 2015, dopo la morte di una anziana signora uccisa da un ciclista sulle strisce pedonali, la politica finalmente si era mossa con l’approvazione da parte del Consiglio Regionale della Lombardia di una mozione per inserire nel disegno di legge di riforma del Codice della Strada allora in discussione al Senato l’obbligo dei costruttori di biciclette di apporre sui telai un numero di identificazione. Un primo passo che soltanto oggi si sta compiendo.
La politica italiana soffre dell’antico vizio di un conformismo snob-populistico che non tiene conto dell’ elementare buon senso legato alle logiche familiari. Un mainstream influenzato viceversa dalle lobbies portatrici del consenso elettorale delle piazze .
Per parte nostra il solo paradigma cui riferirsi e’ quello rappresentato dal pensiero delle famiglie.
Dobbiamo ricordare che in questa ottica, quasi venti anni or sono, abbiamo per primi avanzato la proposta della “targa”, sia per responsabilizzare il ciclista, sia per limitare i numerosi furti delle due ruote, non certo per penalizzare i ciclisti corretti che meritano l’apprezzamento di tutti.
Fummo attaccati e sbeffeggiati soprattutto dall’associazione dei ciclisti organizzati milanesi che si mobilitarono anche in chiassose pubbliche manifestazioni; si aggiunsero le critiche di autorevoli commentatori di giornali, radio e televisioni..
La stessa cosa avvenne quando criticavamo, trent’anni fa, le imprese dei graffitari selvaggi, gli stessi a cui – sostenevamo – poco importava l’arte murale, ma importava aggredire la città e le sue case. Oggi le città italiane, piene di muri imbrattati, sono meta di “artisti” provenienti da mezzo mondo qui richiamati da un certo lassismo. Ma così come le bugie, anche la stupidità ha le gambe corte e viene sempre superata dal buonsenso.
Non ci siamo ancora stancati di battagliare per questi obiettivi di semplice buonsenso, che tuttavia sembra impossibile far recepire dai notri amministratori pubblici..
Ben vengano quindi, anche a proposito degli strumenti di identificazione per le bici, queste resipiscenze che fanno giustizia delle gratuite accuse di oscurantismo che ci furono a suo tempo rivolte: quando invece il nostro obiettivo era, ed è sempre, il rispetto della legalità, l’amore per la città e la tutela dei diritti del vivere civile.