Non bisogna mai esagerare nell’assumere Aspirine. Il farmaco prodotto dalla Bayer può causare effetti indesiderati quali bruciore di stomaco e capogiri. E’ proprio quel che hanno sperimentato questa sera i ragazzi di Xabi Alonso, attanagliati dal mal di testa derivato dalle geometrie tattiche di Gasperini e in un totale stato confusionale provocato dai dribbling, i tunnel, i doppi passi e i giochi di prestigio di Lookman. Il Leverkusen proverà a lungo a trovare l’origine del malessere che lo ha messo in ginocchio nella notte di Dublino. L’Atalanta, nel frattempo, ha scritto la storia della sua città, la storia del calcio italiano alzando al cielo l’Europa League, un quarto di secolo dopo il Parma nel 1999. La Dea ha superato in finale un’avversaria imbattibile, che nel corso si questa stagione non aveva fatto altro che raccogliere successi, feste e sogni (in parte realizzati con la vittoria della Bundesliga) e oggi è tornata a sperimentare il mal di stomaco del Ko, ancora più doloroso ed insopportabile per la squadra della Aspirine (così è sorpannominato il Bayer Leverkusen). Dopo 51 partite senza sconfitte la squadra di Xabi Alonso è stata costretta, in maniera decisamente traumatica a sperimentare gli effetti collaterali dell’essere invincibili. Per una sera l’Atalanta ha affilato i coltelli e ha tagliato di netto criniera di Sansone che faceva sembrare i tedeschi insuperabili e lo ha fatto in una data non banale per il calcio italiano. L’Atalanta ha scelto il 22 maggio per tornare a vincere un trofeo dopo 61 anni, nell’anniversario del triplete interista, ma anche della Champions del Milan al vecchio Wembley nel 1963 e di quella della Juventus all’Olimpico nel 1996, una data che ora sarà ricordata ed impressa nella memoria di ogni bergamasco. “Atalantino che non sono altro” cantano i tifosi anche a Dublino (sulle note di Io Vagabondo dei Nomadi), nello stadio cui la Dea ha dimenticato la finale di Coppa Italia persa una settimana fa e ha rapidamente svestito i panni dell’eterno secondo come fece il bergamasco Felice Gimondi battendo Merckx nel mondiale del Montjuic 1976. Nella sera dell’Olimpico, qualche bergamasco avrà versato alcune lacrime di delusione e paura, ma, per dirla con le parole di sei atalantini doc come i Pinguini Tattici Nucleari, “sappiate che era un’illusione ottica”. E sono propio le frasi del gruppo che potrebbero essere dedicate alla band di Gasperini, perché adesso sperimentando l’inedito sentimento del trionfo, cara Atalanta “negli sfondi iOS, tra i pianeti di Spock lasci il segno ovunque vai“.
Atalanta-Bayer Leverkusen 0-3: il racconto della Finale
Non ha mai tremato Gasprini, nella finale come in tutto il torneo. Superato il primo favorito ai quarti (Il Liverpool) non potevano lasciarsi spaventare dai tedeschi campioni di Germania e i ragazzi del Gasp hanno fronteggiato il Leverkusen con lucidità e fiducia dei propri mezzi. Gasperini è l’allenatore più anziano a disputare una finale europea, e l’esperienza ha pagato nel confronto con il giovane Xabi Alonso. Fondamentale il recupero di Kolasinac, schierato titolare e autore di un gigantesca prestazione nel primo tempo che ha fatto da traino alle linee di retrovia bergamasche. Non poteva mancare lui che una finale di Europa League nel 2019 la perse al fianco di Xhaka (oggi in maglia Bayer e autore di una prestazione disordinata e dimenticabile). Protagonista assoluto della serata è Ademola Lookman, fin dall’8′ quando un suo dribbling prova ad accendere Scamacca. Non passa molto tempo e Zappacosta, che quella finale del 2019 la vinse con la maglia del Chelsea, trova in area il nigeriano che approfitta della dormita fragorosa di Palacios e indirizza la finale sul giusto binario. Il numero 11 è in serata, anzi sta vivendo la miglior serata della sua carriera, fa ammattire Tapsoba -che lo ferma solo una volta con un brutto fallo al 67′- e rifilando l’umiliazione del tunnel a Xhaka piazza il pallone nell’angolo basso del secondo palo, 2-0. Il Leverkusen in stagione ha sempre rimontato uno svantaggio di due gol, anche contro la Roma e finisce la prima frazione in crescendo, inoltre il muro Kolasinac è costretto ad uscire ad inizio ripresa, ma Scalvini non sfigura al suo cospetto. CDK e Scamacca trovano una sola combinazione parata da Kovar, i gemelli del gol atalantini non illuminano questa sera, ma la stella di Lookman splende per due anzi per tre. Xabi Alonso manda in campo un attaccante di ruolo, Boniface e cerca di scatenare la furia di Frimpong lasciandolo libero di scendere a tutta fascia, ma Ruggeri getta acqua sul fuoco olandese che non riesce ad accendere la scintilla ai campioni di Germania. A quel punto Lookman dà l’ulitma pennellata al suo capolavoro, doppio passo ai danni di Tapsoba e fulmine diretto verso la porta: è un tripletta, l’Atalanta è campione, e l’uomo che guarda ora scruta l’Europa dall’alto verso il basso.
Atalanta-Bayer Leverkusen, le pagelle
ATALANTA (3-4-3): Musso 6.5; Djimsiti 6, Hien 6.5, Kolasinac 7.5/Scalvini 6.5; Zappacosta 6.5/Hateboer SV, Ederson 7.5, Koopmeiners 6.5, Ruggeri 6.5; De Ketelaere 6/Pasalic 5.5, Lookman 10, Scamacca 6/Tourè SV. All. Gasperini 8
BAYER LEVERKUSEN (3-4-2-1): Kovar 6; Stanisic 5.5/Boniface 5.5, Tah 6, Tapsoba 4.5; Frimpong 6.5/ Tella SV, Xhaka 4.5, Palacios 4.5/ Andrich 5.5, Hincapie 6.5; Wirtz 5.5/Schick SV, Grimaldo 5/Hlozek 5.5, Adli 5.5. All. Xabi Alonso 5.