Home Sport ATP Finals, infinito Sinner: Medvedev ancora KO, è finale.

ATP Finals, infinito Sinner: Medvedev ancora KO, è finale.

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Jannik Sinner campione a Toronto

Nel 1977 venne inviato nello spazio un disco per grammofono contente le tracce musicali ritenute riassuntive della produzione sonora mondiale. Oggi, pensando di replicare un voyager Golden Record sportivo, per raccontare alle ipotetiche civiltà extraterrestri l’attualità del nostro sport non si può fare meno di inserire il tennis di Jannik Sinner. In quel disco spaziale vennero racchiusi nella stessa playlist sia Johann Sebastian Bach, ad espressione della musica classica, della storia primordiale della musica del tempo; sia Chuck Berry, la prima vera rock star, probabilmente colui che ancor prima di Elvis ha acceso la miccia del Rock n roll, che in quegli anni in America era diventata La musica per antonomasia. Sinner non può che esser quindi affiancato, in questa playlist tennistica, da Novak Djokovic nelle vesti dell’artista classico che ormai sembra essere superato, ma che resta comunque il fondatore della contemporaneità. Nole è stato probabilmente l’ideatore del tennis moderno, un gioco basato sulla risposta al servizio unita ad una difesa e ad interminabili scambi che non conoscono la parola errore. Sinner, e più in generale l’intera Next Gen che sta conquistando la scena, rappresenta l’evoluzione di questo stile di gioco, tant’è che ormai da pochi giorni il dominatore serbo è stato sconfitto anche da Jannik. Il gioco di Nole è quindi alla base di quello della Next Gen e raccontando la storia del tennis i loro stili non possono che essere tramandati congiuntamente.

Jannik Sinner campione a Pechino

Sinner-Medvedev, il racconto della semifinale

Nella settimana delle ATP Finals torinesi stiamo assistendo alla consacrazione e probabilmente alla definitiva affermazione della Next Gen. Anche Medvedev, colui che era riuscito ad infrangere il sogno Grande Slam a Djokovic, sembra non avere più armi a disposizione per contrastare l’avanzata delle nuove leve. Pechino, Vienna e ora anche Torino sono diventate le città teatro dei tre trionfi della Volpe Rossa contro il russo. Per la prima volta un italiano ha raggiunto la finale delle finali, l’ultimo atto del torneo dei Maestri conclusivo della stagione e non sarebbe un’esagerazione dire che quella contro … potrebbe essere la partita più importante della storia del tennis italiano, coppa Davis a parte. Daniil Medvedev aveva tutte le ragioni per sperare di interrompere la serie di sconfitte consecutive contro Sinner giunta a 3. Innanzitutto, aveva si giocato il giorno prima, ma nel corso della settimana al PalaAlpiTour è rimasto in campo tre ore in meno rispetto al suo avversario, praticamente la differenza di un incontro sulle gambe. Poteva quindi sperare che Jan risentisse fisicamente del tanto tempo trascorso sul campo, invece, a sentire maggiormente la stanchezza nel finire della partita è stato proprio l’ex numero uno al mondo.

Jannik Sinner

Alle ATP Finals 2021 Medvedev vinse in tre set, e quella di oggi del PalaAlpiTour è una rinvincita anche di quell’incontro. Dopo un avvio con brivido, con la palla break russa ottenuta in rimonta da 40-0, Jannik ha saputo sfruttare la grande occasione che il dritto di Daniil gli ha concesso: tre errori con quel fondamentale e un doppio fallo consegnano il break e con esso il primo set a Sinner. Dalla parte opposta il secondo parziale ha messo in evidenza tutti i limiti delle scarse percentuali al servizio portate in campo dal classe 2001: le percentuali si sono mantenute intorno al 50%. In vista della finale Vagnozzi e Cahill dovranno ripartire proprio da questo dato per preparare la sfida contro il miglior risponditore del circuito. Medvedev nel secondo set ha invece incrementato proprio quella statistica e soprattutto ha ridotto gli errori gratuiti; è stato sufficiente per portare la semifinale al terzo. Lo scontro decisivo ha quindi inizio dopo un’ora e 50 minuti di gioco, ed è in quel momento che il russo inizia ad accusare la stanchezza finendo anche per perdere la testa guadagnandosi un warning dall’arbitro e i fischi dal pubblico. Il primo break, alla Volpe Rossa viene servito su un piatto d’argento con un doppio fallo russo nel momento peggiore; il secondo è un flashback dell’inizio partita: un dritto lungo di Medvedev che, come direbbe James Blunt, continua a commettere “the Same Mistake”. L’azzurro conclude con un game capolavoro e si riserva un appuntamento con l’eternità sportiva per domenica 19 novembre, all’ombra della Mole, ai piedi delle Alpi.

Sinner-Djokovic, sempre loro

È il torneo di Sinner, protagonista anche quando non è in campo. Novak Djokovic si è infatti qualificato alle semifinali grazie alla sportività di Jannik, che nella fase a gironi poteva eliminare Nole perdendo conto Rune. Però non si poteva chiedere questo al nuovo eroe nazionale, per lui la sconfitta è qualcosa che va contro natura e non può rientrare nei calcoli di un torneo. Sarebbe stato un biscotto, ancora una volta con Italia e Danimarca protagoniste, come nel 2004 agli Europei in Portogallo quando gli azzurri di Trapattoni subirono una discussa eliminazione (l’altra protagonista è la Svezia, ormai nemica giurata della Nazionale italiana di calcio, ma questa è una storia diversa). L’atteggiamento di Jan si potrebbe riassumere con la locuzione di “Lezione di superiorità”, ma si potrebbe anche definire “come non aver paura dell’avversario che è il giocatore più vincente della storia”, forse un titolo leggermente lungo. La sconfitta nel girone ha lasciato il dente avvelenato al Djoker che, dopo aver dominato Alcaraz, si troverà ad affrontare ancora una volta la Volpe Rossa, adesso in palio c’è il torneo dei Maestri nella Finale delle Finali. Il serbo avrà una seconda occasione, cosa che nel tennis non capita tutti i giorni a meno che non si parli di lucky loser, ma non è il caso di Nole. Sembra passata una vita da quella serata storica in cui vinse Jannik, sono passati solamente cinque giorni e nel frattempo Sinner è diventato un eroe nazionale mentre Djokovic nell’ombra ha dedicato tempo alla famiglia e per un momento ha anche pensato di dover rivolgere la testa all’aereo per Malaga, direzione coppa Davis. Il Campione di ieri contro il campione di oggi, si rincontrano a distanza ravvicinata, a distanza di un periodo di tempo nel quale le forze in campo sono profondamente cambiate. Al momento di ritrovarsi sul campo da giocato potranno “raccontarsi tutto quando si vedranno di nuovo” come canta Charlie Puth in una celebre colonna sonora.

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