“Non puoi avere sempre ciò che desideri”, cantavano i Rolling Stones, “ma se continui a provare, potresti trovare ciò di cui hai bisogno”. Lo avevamo previsto e così è stato, a Torino sono andate in scena le Finals più azzurre della storia con Jannik Sinner che è riuscito a prendere parte alla Finale delle Finali contro Novak Djokovic. Non è riuscito appunto a realizzare il suo sogno, non è Jan il campione dei Campioni, ma sull’aereo per Malaga -direzione Coppa Davis- porterà con se i cuori di tutta Italia che ha conquistato in questa settimana sotto la Mole e la consapevolezza di essere un nuovo idolo per il suo paese. Che Sinner fosse un campione non è mai stato un segreto, non scopriamo certo oggi questo giocatore che ha già vinto due ATP 500 e un Masters 1000 in una singola stagione. Adesso, dopo le imprese -rigorosamente al plurale- torinesi, tutta la penisola è passata dalla parte della Volpe Rossa, anche chi di tennis ne ha masticato poco negli ultimi anni ha portato il suo tifo all’altoatesino, come se fosse la nostra Nazionale. Il ragazzo di San Candido ha avvicinato moltissimi nuovi fan al tennis e ora ha un intero paese a supportarlo, proprio quello di cui aveva bisogno per realizzare il destino che gli è stato attribuito, quello della prima posizione mondiale.
Ingiocabile Djokovic
Il campione è sempre lui, e seguendo le parole di Gary Lineker se “il calcio è quel gioco in cui 22 uomini inseguono un pallone e alla fine vince la Germania”, potremmo dire che il tennis è “quello sport in cui due atleti staffilano una pallina per ore con una racchetta e alla fine trionfa Djokovic”. Ormai non c’è torneo, non c’è record al fianco del quale non c’è il nome del serbo. Certo non cancellerà mai il ricordo di Roger Federer e Rafael Nadal, il loro regno è finito, ma avranno per sempre un posto nell’Olimpo dello sport nel quale è presente il Djoker e spera di aggiungersi anche Jannik. Nole-Terminator non è mai veramente sconfitto, e i problemi fisici che hanno colpito gli altri big three (per non parlare delle sfortune che hanno attanagliato Andy Murray, Juan Martin Del Potro e Stan Wawrinka) sembrano ancora lontani dal trascinare Djoko sulla strada del ritiro. Concedergli una seconda possibilità dopo la vittoria di venerdì scorso è stato imperdonabile e il campione di tutto, che giovedì aveva già la testa rivolta alla Davis di Malaga, non si è lasciato pregare per vincere il torneo. Dopo la sconfitta contro la Volpe Rossa Novak ha sofferto con Hurkacz e ha annientato sia Alcaraz in semifinale che Jannik: la partita non è mai veramente iniziata e forse l’azzurro ha fatto vedere qualcosa di buono troppo tardi. Se si lascia andare in fuga il numero uno del mondo poi recuperare terreno è impossibile, la sfida diventa ancche una battaglia di nervi in questi casi e il doppio fallo finale è l’immagine crudele e dolorosa dello sport del diavolo. Sinner perde in casa, conquista l’Italia, ma lascia al Djoker il titolo di Campione dei campioni per la settima volta, nessuno come lui, neanche Re Roger.