Chiamiamola anche “Thriller night”, come direbbe Michael Jackson. Al PalAlpiTour Jannik Sinner ha vinto la partita dell’anno, senza se e senza ma, sconfiggendo Djokovic portandolo a ripetizioni della materia nella quale è il teorico: la risposta. È una dichiarazione esagerata per una prestazione esagerata, d’altronde non si può essere banali nel superare il numero uno del mondo. Mancava solo l’azzurro per completare il tris di vittorie della Next Gen contro Nole e lo ha fatto regalando il più grande spettacolo del 2023, forse secondo solamente alla finale di Wimbledon di Alcaraz. Gli spettatori del palazzetto torinese hanno assistito a continui colpi di scena e ad una trama che sembrava non aver fine per le continue reazioni di Nole, mai veramente domo, mai veramente batutto se non al tie break del terzo set. Sembrava pronto a riprendere in mano la partita altre infinite volte, lo ha fatto nel tie break del secondo, lo ha fatto quando ha perso il servizio, lo ha fatto altre due volte quando doveva servire per restare in partita. Si potrebbe dire che i Next Gen abbiano trovato la formula per battere colui che sembrava imbattibile, alla fine la kryptonite del superman serbo era, la risposta, l’arma che lui stesso ha sempre utilizzato per annientare i suoi avversari. Sì perchè Jannik alle Finals ha risposto meglio del campione uscente, costringendolo a cercare il “coraggio di cambiare”, trovare il coraggio di scendere a rete ed esporsi ai passanti della Volpe Rossa. Ci ha vinto lo US Open con questa tecnica, quindi sul momento deve averla ritenuta utile alla sua causa, ma questa volta dalla parte opposta della rete c’era un avversario che ormai è da considerare superiore anche a quel Medvedev finalista Slam. Il serve and volley non ha funzionato contro Jan, per di più Nole ha cercato di giocarlo sulla seconda di servizio, troppo anche per lui.
Sinner-Djokovic, una partita vinta tre volte
Sinner-Djokovic è un film che vare l’Oscar. Una sfida da ricordare anche per Jannik non dovesse essere sufficiente per qualificarsi alle semifinali -per averne la certezza dovrà affrontare Rune e magari batterlo per evitare ulteriori calcoli-. Come ogni capolavoro del grande schermo che si rispetti la scenografia ha retto il confronto con il centro del palco riservato ai due attori protagonisti; il pubblico di Torino ha partecipato attivamente nello scontro con Djokovic. Neanche i fischi, spesso anche provocati chiamando dei challenge quasi superflui, hanno dato a Nole la forza per compiere l’ultimo passo verso la vittoria. Il tie break del terzo set è stato di Jannik che lo ha vinto abbastanza nettamente, ma la partita poteva chiudersi anche prima. Ad esempio nel tie break del secondo set quando le discese a rete di Nole sulla seconda di servizio si sono rivelate autolesionistiche. Oppure quando nel terzo set Jannik ha conquistato un game con tre risposte inarrivabili anche per il (ormai ex) dominatore del circuito. Entrambe le volte il Djoker era riuscito a rimettere in parità il punteggio per poi cadere definitivamente nell’ultima scena quando ormai a Torino era già notte fonda, una notte da Thriller.