Dai dati dell’Osservatorio nazionale sull’adolescenza del Ministero per la famiglia, guidato dalla ministra Elena Bonetti, sappiamo che i minorenni che fanno parte delle gang sono il 6,5%, il 16% ha commesso atti vandalici. Le città che presentano situazioni più gravi sono Bologna, Napoli, Roma. La criminalità di gruppo, che lega gli adolescenti, ha come base ragazzi che non studiano e non lavorano i quali cercano nel gruppo appartenenza, riscatto e fuga dalle loro difficili vite. Molti gli episodi di violenza contro persone e cose spesso accompagnato dallo smodato uso di alcol e droghe. I reati più diffusi sono danneggiamenti, furti e ricettazione, rapine ed estorsioni, risse e lesioni oltre che diffusioni di immagini pornografiche sui social. Nel solo 2020 si contano 30.000 denunce di minori e giovani adulti ( dato in calo rispetto al 2019) mentre gli arresti sono stati 713. Giuliana Tondino, capo della procura dei minori di Brescia, nella sua relazione all’anno giudiziario ha spiegato come questi ragazzi siano in una situazione di difficoltà o abbandono scolastico senza poter contare su un regolare reinserimento nel mondo del lavoro. La procuratrice ha specificato come molti di questi giovani abbiano problemi legati a “ deficit cognitivi non riconosciuti o riconosciuti tardivamente” oppure “ hanno problemi psichici mai riconosciuti e mai curati. Sono ragazzi con deficit educativi o gravi problemi in famiglia riconosciuti troppo tardi e non efficacemente fronteggiati”.
Baby gang: ne fanno parte il 6,5% dei minori.
Nel 2020 ne sono stati denunciati 30mila.