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Botta e Risposta: “FAMIGLIA”

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Buon pomeriggio cari amici della domenica, questo tempo non promette nulla di buono, in compenso stiamo ricevendo scritti da tantissime persone, contente di essere pubblicate.

Non abbiate timore di scrivere poesie amici, secondo me è una cosa naturale perchè la poesia vive in noi e con noi, la stessa cosa dei sogni, non ci si stanca mai di sognare e quando si smette è perché lo abbiamo deciso noi e nessun altro.

Questa mattina lo ha scritto anche il Dott. Brozzi “Ricordate sempre che solo ad ognuno di Noi è concesso di porre fine ai propri sogni e a nessun altro, in quanto ci gemmano dentro da qualcosa al di sopra di tutto, male compreso!”

Ed è così amici della domenica, ora vi offro da leggere dei versi di un giovane latinense che a scrivere ci sta provando gusto, si chiama Ivan e già la scorsa settimana si è dilettato con noi a scrivere dei versi:

FAMIGLIA

Una madre ed un padre che mi amano

mi sostengono e mi proteggono.

Un fratello complice e fastidioso

che mi vuol bene quanto io a lui.

Nel silenzio i miei occhi si specchiano

in quelli grandi di mamma.

Papà sorride e con occhi socchiusi mi

esprime tutto il suo amore.

E’ un dialogo muto.

Anche mio fratello resta a guardarmi,

proprio lui che mi fa sempre arrabbiare.

Come farei senza il suo disordine?

Mi amano, li amo, sono la mia famiglia.

Ma il nostro amico Ivan non si ferma qua e mi chiede di far pubblicare anche un altro suo scritto sull’amore ed eccolo accontentato per gentile concessione del Dott. Brozzi prima e di Pietro Bardoscia il direttore di www.informazionequotidiana.it, il nostro giornale telematico, dove i sogni diventano realtà:

AMORE

Ancora quella strada, ma un altro Amore

Dove il tempo si era fermato è uscito un nuovo sole,e

tramonta allo stesso modo.

Io e te seduti in in un auto, buio intorno a noi e

i tuoi occhi che si illuminavano nell’attesa della

parola giusta che avrei dovuto dirti,

ma che io non ho detto….

Ricordo bene il posto.

Ancora lo stesso ma non con te.

Te che non dimenticherò e che sarai la luce

di questo nuovo e importante Amore.

Ivan Vita

A questo punto inserirei la poesia inviataci dal nostro amico Franco che è stata anche pubblicata sul Latinaflash, un cartaceo della nostra città dove spesso insieme all’immancabile Dott. Brozzi scriviamo articoli:

AUTUNNO

Quà non c’è più nessuno

Che a piedi nudi sfiori la risacca

Laggiù sul molo, solo un pescatore

Con la canna in mano

Che non si inarca mai.

Piccole onde bianche di schiuma

Si infrangono ai miei piedi.

Tornano e ritornano

È un ritmo cadenzato

da miliardi di anni.

Un granchio rimasto sulla riva

Fugge verso la salvezza.

Sa che i gabbiani sono in agguato

E l’onda che ritorna gli va incontro,

lo avvolge, lo salva.

Questa tranquilla solitudine,

serenità mi infonde.

Ma mi sento anch’io granchio

Esposto agli agguati del destino.

Spero che arrivi anche per me

Un’onda che mi salvi, e mi

Accarezzi l’anima.

Franco Arimaldi

Un’altra poesia molto bella è stata scritta da Consuelo che usa questo come nome d’arte anche quando scrive sui giornali cartacei di Latina compreso il Latinaflash:

LO ZAINETTO

Ciò che fanno i bambini,

ritengo dovunque,mi piace molto.

Quando ogni mattina vanno a scuola,

sottratti al caro sonno e a tanti sogni,

appaiono accigliati,

la schiena prona sotto quello zainetto,

che sembra contener

non il sapere, ma tutti i mali del pianeta.

Magari a scuola ci vanno volentieri,

eppure, in quel momento, proprio non si vede.

Un’altra musica all’uscita:

per un prodigio quel fardello

davvero opprimente,

è diventato ora lieve come una piuma

e nell’intrecciarsi di voci argentine,

lancian lo zaino in aria, lo riafferrano

e lo lanciano ancora,

assai appagati di quella libertà

finalmente riacquistata.

Consuelo

Mi ha appena scritto il nostro maestro ringraziandomi per essermi presa cura di lui durante la sua convalescenza……vi starete chiedendo come, ma scrivendogli messaggi per fargli compagnia, con una media di un messaggio ogni due ore…..

A quel punto ha preferito lasciare il letto e tornare a lavorare, mi ha fatto sapere che sopportava meglio ore ed ore di duro lavoro al posto dei messaggini di conforto che gli scrivevo.

Come tutti gli uomini, prima si lamentano che ci dimentichiamo di loro e se ci pensiamo troppo, si lamentano del disturbo, allora ha ragione l’autrice di un piccolo libro che ho acquistato a Natale per regalarlo ad una giovanissima donna di soli sedici anni “Cosa sanno gli uomini delle donne”

Amici cari, avete presente un libro completamente vuoto con le pagine completamente bianche?

Ecco tutto ciò che sanno gli uomini di noi donne, ma andiamo avanti con la nostra rubrica, ora è il momento del sonetto scritto dal maestro Brozzi:

LI FIJI DERIVATI

Nell’era dell’ormai “chissenefrega”

in cui “ognun per sé e Dio de tutti”

mischianno ‘nsieme boni e farabbutti,

chiunque trova n’santo se lo prega.

Stò presentaccio c’ogni futur nega

ndò pure i belli se fanno brutti

e co l’arberi boni senza frutti,

na sola cosa regna: “Santo Deca!”

Piace er peccator ma er Santo stanca

in de stà vita letta cor Bignami,

e li preggi depositati ‘n banca.

Li chiameno infatti “derivati”

sti fij de chi n’se sa come se chiami,

ringrazziannoli semo arivati!

Naturalmente non può e non deve mancare un mio sonetto, perchè a furia di lavorare con e per il nostro maestro, ormai non passa giorno che anch’io non ne scriva uno, questo è dedicato alla luna, la sapete la storia del calendario?

Sembra che la luna è mentitrice, ossia quando cresce appare una C ma in realtà quella è luna calante, quando appare una D significa decrescente, invece al contrario è crescente fino ad arrivare alla luna piena o nuova…..

ma lasciamo stare e leggiamo insieme anche il mio sonetto quotidiano:

LUNA CALANTE

Luna che da lassù guardi e m’inganni,

fà che mai l’amor mi abbandoni.

Passati son molti compleanni,

solamente chiedo i tuoi perdoni.

Tuttavia sò che non mi condanni

e che il mio mondo tutto componi,

ma la lucentezza tu mi appanni

nel cielo costellato a trioni.

Luna calante lasciami un sogno,

conosco quanto sei mentitrice

ma in questo giorno ne ho bisogno.

Sarai mia accompagnatrice

e chiedere a te non mi vergogno,

ma del final giudizio l’adduttrice.

Con questo, cari amici della domenica vi lascio sperando di aver allietato qualche minuto di questo freddo pomeriggio, un abbraccio virtuale.

Laura Cugini

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