Allora cari amici, iniziamo subito perchè qua ho molte delle vostre opere che sono arrivate in queste settimane e che spero di riuscire a copiare tutte, naturalmente la prima in assoluto è come sempre una poesia scritta dal nostro carissimo Dott Brozzi, il quale è molto soddisfatto di voi (qualche volta anche di me…) perchè lo state seguendo in quello che lui definisce “il corso naturale” che c’è in ognuno di noi, ricordate amici? Ognuno è poeta di se stesso, ogni pensiero, ogni parola scritta da ognuno di noi ha un significato che per altri potrebbe non avere, ma aggiungendo una rima o impostando il tutto in modo da consentire a chiunque di provare la nostra emozione, ecco sfornata una nostra poesia.
Diceva Pierre Reverdy :le poesie sono cristalli che sedimentano dopo l’effervescente contatto dello spirito con la realtà.
ER PAPPAGALLO RIVOLUZZIONARIO
“AMMAZZA SI CHE FJO DE ‘NA MIGNOTTA”
DICEVA ‘N PAPPAGALLO DER PADRONE
CHE IN POLITICA ESERCITAVA DA LADRONE
DE CHI RUBBA LE MOLLICHE DOPO LA PAGNOTTA
E CHE DEFINISCONO UN POVERO ANIMALE UN BER PREDONE.
“STE QUATTRO MOZZARELLE APPRESSO A ‘NA CACIOTTA
DEVONO RINGRAZIA’ DIO SI NUN PIENO ‘NA BOTTA
AR MEZZO POPOLO CHE DORME O FA ER FREGNONE
SGRULLENO LA TESTA IN SENSO DE DINIEGO”
STANCO DE SENTI’ RUPPE ER SILENZIO ER CANE
DICENNO AR PAPPAGALLO “E’ VERO IO ME PIEGO
PERCHE’ NUN SO’ RIVOLUZZIONARIO DA STRAPAZZO
CO’ ‘NA LECCATA E DU MOINE, IO M’ABBUSCO ER PANE
NON COME TE, CHE MAGNI LO STESSO E. ROMPI ER C@@@O!
Perdonate le due locuzioni un pò “appesantite” dalla presenza di due paroline un pochino più forti, ma che sono servite al maestro Brozzi per la rima in questo sonetto scritto in due quartine ABBA e due terzine CDC EDE…….ma come diciamo a Roma “quanno ce vo’ ce vo’ ” Ma come voi ben saprete cari lettori, a cominciare dal 1800 la poesia si è “affrancata” da tanti vincoli tradizionali e tale processo si è ultimato nel novecento. Infatti, se prendiamo come esempio una poesia conosciutissima di Ungaretti “Mattina”, quella che recita cosi: M’illumino d’immenso, allora ci accorgiamo che non vi è nessuna metrica, mi scuso con i lettori che conoscono bene la raccolta del suddetto poeta, ma a me serve un esempio veloce e chiaro.
Dunque cari miei, su facebook c’è un popolo di poeti impressionante, chiedendo loro il permesso mi sono appropriata di alcuni versi scritti da Opocaj, un giovane ragazzo, ed ecco il componimento che ho scelto per voi:
MI CHIUDO IN ME STESSO
NON POSSO ESSERE FELICE.
IL PRESENTE TRISTE
UN PASSATO DI BRIVIDI.
TI DICO GRAZIE E TANTO
SE COSI SONO, E’ PER TE.
SEI NEL MIO CUORE,
TI GUARDO, SEI BUONO.
TI VOGLIO BENE
PAPA’.
Possono sembrare delle semplici frasi senza senso, ma il senso ce l’hanno, eccome, ma in questo modo abbiamo ritrovato molta della poesia del nostro secolo, certo, normalmente siamo abituati a considerare “poesia” ciò che fa rima, ma la poesia è semplicemente un linguaggio carico di significato.
Passeggiando nelle bacheche dei miei amici, ho scoperto la vena poetica anche in mio figlio, devo essere sincera, la cosa mi ha dapprima sorpresa e poi emozionata, caro Alfredo Maria, tutto mi aspettavo di fare nella vita, mai di copiare due quartine scritte da te:
A ME POI DA’ PURE ER CONTENTINO
NUN SO’ ESIGENTE, ME BASTA POCO
QUELLO CHE PE’ TE E’ ‘N CERINO
MAGARIA PE’ ME E’ PROPIO FOCO.
GIRA CHE TE RIGIRA, ‘NA COSA ME CHIEDO
PERCHE’ FINISCO SEMPRE COME ER POLLO A LO SPIEDO?
ME GUARDO ‘NTORNO E PARE CHE L’ANTRI C’HANNO TUTTO
EDUCATAMENTE SALUTO E ME NE VADO CO LA FACCIA DA LUTTO
E’ rimasto anche il nostro maestro, non se l’aspettava, cosa vuoi doc, buon sangue non mente……ora dovrei aggiungere “tale madre tale figlio” ma evito, pensate se dovesse leggerlo mio marito……direbbe subito il contrario. A proposito di rime, ho qua una poesia che mi è stata mandata da una lettrice che non vuole far sapere il suo nome, s’intitola “Addio”
ed è veramente sentita. Vi invito a leggerla cari lettori, è una rima fonica:
CHE L’AMORE SIA CON TE
NEI PENSIERI E NELLE GESTA
IN QUESTA NOTTE SUL FINIRE.
CHE L’AMORE TI ACCOMPAGNI,
CHE SOVRASTI LA TUA MENTE
E S’IMPOSSESSI DEL TUO CUORE
CHE LE LACRIME DIVENTINO
COME GOCCE DI CRISTALLO
CHE IL TUO PIANTO SIA AFFIDATO
AD UN ALITO DI VENTO
E CHE QUESTA COMPAGNIA
RESTI A FARTI COMPAGNIA.
La trovo tenerisima miei cari simpaticissimi lettori, il doc o maestro che dir si voglia è soddisfattissimo di voi e di come vi state ponendo nei riguardi della poesia, parecchi di voi sono ormai visitatori abituali della sua bacheca…..vorrei capire che gusto ci provate a prendervi tutte le “capocciate” del Dott Brozzi? Inizio a pensare che lo faccia apposta per poi guarirvi dal gran mal di testa che otterrete…….
Come al solito finisco con una mia poesia, ma di qualche anno fa, quando ancora non mi ero lasciata attrarre dai sonetti e anch’io usavo per la maggiore rime foniche o baciate:
QUANDO IL MIO CORPO NON RIPOSERA’ PIU’
SU QUESTO LETTO
E I MIEI OCCHI NON VEDRANNO PIU’ L’ALBA,
NE TRAMONTARE IL SOLE.
QUANDO CENERE SARO’ IN MEZZO AL MARE E
LA MIA ANIMA VOLERA’ TRA GLI ANGELI
SOLO ALLORA POTRO’ GRIDARE
AMORE MIO TI AMO.
FINO AD ALLORA SOFFOCHERO’
QUEL GRIDO DENTRO ME E MI ADDORMENTERO’
SVEGLIANDOMI ALL’ALBA
CON IL TUO VOLTO IMPRESSO NELLA MENTE.
MA FINO AD ALLORA VEDRO’ IL SOLE
TRAMONTARE SEDUTA IN RIVA AL MARE
ASPETTANDO DI POTER GRIDARE
AMORE MIO TI AMO
Cari amici lettori che ancora ci sopportate con questa rubrica, si è fatto tardi e vi lascio alle vostre cose, vi aspettiamo domani mattina con una “capocciata” del dott Brozzi….chissa’ quali novita’ ci saranno, non vedo l’ora e voi? Invio a tutti un abbraccio sentito,grazie per la compagnia, ora vado a leggere il mio giornale telematico, non dimenticate wwwinformazionequotidiana.it dove potrete leggere cosa sta accadendo nel mondo, per questo ci pensa il nostro capo!
Lui non scrive poesie, però si dimentica facilmente le persone che gli vogliono bene…….non è vero capo?