Addentrandomi in quella vegetazione, mi è tornata in mente la mia infanzia, quando, pur vivendo a Roma città, mi era sufficiente fare un passo in più e trovarmi in piena campagna, infatti esattamente in prossimità della chiesa di San Fulgenzio, via della Balduina poneva fine a se stessa in una semplice trasformazione di paesaggio. L’ampia carreggiata della strada si raggrinziva continuandosi in uno stretto quanto cinguettante viottolo e immergendosi nello stesso, ci si addentrava in profumi e rumori tipici di quel tempo, tutto era un estasiante smarrirsi nel ventre della natura, per perdersi infine nei rigogliosi orti dei contadini.
Ripercorro spesso come in un profumoso sogno, l’immagine nitida del vicolo e questa mattina mentre mi addentravo in solitudine nella vegetazione, chissà cosa avrei dato per passeggiare di nuovo in quegli intriganti e misteriosi boschetti della mia infanzia, cosi appena rientrato in albergo, eccomi seduto per offrirvi ciò che è scaturito dai miei pensieri di oggi, un sonetto dedicato alla mia mamma.
A TE, MAMMA MIA
ME PARE IERI CHE ME TENEVI IN BRACCIO
QUANNO CHE LA VITA ERA TUTTA UN BACIO
CO’ QUELLE BOCCHE AR SAPOR DE CACIO.
TU BELLA COME ER SOLE, IO AVVORTO IN UNO STRACCIO.
OGGI DA QUEI RICORDI RIEMERGE ER BACIO
MENTRE CHE ME DICI “GUARDA COME GIACCIO,
AIUTEME FIJO MIO, VOJO ANNAMMENE DA ‘STO POSTACCIO”
IO LASO PARLA’ LE LACRIME E CO’ LE LABBRA TACIO.
M’HAI DATO LA VITA E TE SEI TENUTA ER CORE
INSEGNANNOME ‘NA SOLA REGOLA “ER RISPETTO”
M’HAI ‘NCAMMINATO SU LA STRADA DE L’AMORE
QUELLA STRADA MAMMA, L’HO COSI PRESA DE PETTO
CO’ LA FATICA, CONSUMANNO SCARPE E ORE,
MA HO POTUTO FINI CASA, DE LA QUALE TE SEI ER TETTO
Affettuosamente Mario Brozzi