Italia ’90 e Brasile ’14 sono due mondiali che per qualità, epoca e calciatori differiscono in maniera netta. Tuttavia la finale di questi due mondiali ha visto e vedrà di fronte le stesse nazionali. Stiamo parlando di Germania ed Argentina, che tornano ad affrontarsi per conquistare il tetto del mondo ben 24 anni dopo. In quel caso ad alzare la coppa al cielo di Roma fu la Germania, spegnendo i sogni mondiali di Diego Armando Maradona. Stavolta, però, si scenderà in campo al Maracanà, e le due squadre partiranno completamente ad armi pari, avendo dimostrato di essere le due migliori compagini del torneo.
Sicuramente l’Argentina arriva a questa finale in maniera diversa dagli avversari europei. La selezione Albiceleste, infatti, supera l’Olanda solamente ai calci di rigore dopo una partita tirata, equilibrata e soprattutto noiosa. La squadra di Sabella parte senza Aguero, entrato a partita in corso, e Di Maria che proverà un recupero lampo in vista della finale di domenica. Nonostante due reparti offensivi davvero degni di nota, la partita continua a non entusiasmare, con gli spunti di Messi e Robben uniche vere fiammate in un gioco bloccato da comprensibili tatticismi.
Nella ripresa Sabella prova a mischiare le carte ma il risultato è lo stesso e i tempi supplementari paiono ormai una certezza. Proprio nell’extra time arriva la migliore opportunità della partita sulla testa di Palacio, che prova un pallonetto difficilissimo sul quale Cillessen è attentissimo. L’Olanda continua a cercare gli affondi di Robben e Van Gaal toglie a sorpresa dal campo capitan Van Persie, lasciando spazio ad Huntelaar per provare a sfruttare la freschezza del bomber dello Shalke.
Tuttavia niente impedisce l’arrivo della disputa ai calci di rigore, che sembrano cercati e voluti dalle due squadra ad un certo punto dei tempi supplementari. Dagli undici metri l’Olanda non si dimostra fredda come contro il Costa Rica, con Sneijder e Vlaar ipnotizzati dal portiere argentino Romero. Al contrario i tiratori biancocelesti non sbagliano un colpo, regalando alla propria nazione una finale fortemente voluta, che tuttavia l’Argentina dovrà giocare in maniera più convincente per cercare di impaurire una Germania che in questo momento sembra inarrivabile.