“Il buon giudizio viene dall’esperienza e l’esperienza viene dal cattivo giudizio”: Alan Alexander Milne sembra con questa frase aver tracciato una linea per l’intera cultura pop che negli anni successivi avrebbe pervaso il mondo giovanile. I suoi racconti per bambini hanno avuto una grande influenza e sopratutto un successo straordinario che fino ad oggi ha caratterizzato l’infanzia dei giovanissimi; di mezzo ovviamente non poteva mancare, come spesso si nota nella storia della televisione, il magico tocco della Walt Disney Animation Company. Dal 1924 il nome di Milne era diventato ormai conosciuto nell’ambiente letterario britannico, perché è proprio a quella data che risale il lavoro che cambio la sua carriera: la pubblicazione del primo libro di Winnie the Pooh. I racconti dell’orsetto erano una raccolta di storie che lo scrittore raccontava al figlio con protagonista l’orsetto diventato uno degli iconici personaggi targati Disney. Winnie non è altro che la raffigurazione del peluche del figlio di Milne, che insieme agli altri personaggi sono esposti alla New York Public Library. Sono quegli gli anni in cui la famiglia Milne si trasferisce nella Cotchford Farm, vicino al villaggio di Hartfield, nell’East Sussex nella foresta di Ashdown, quella stessa che ha ispirato la scenografia dei racconti: il bosco dei 100 acri.
Introduzione al Rock’ n’ Roll: una breve storia
Nella storia della musica, gli anni Cinquanta vanno cerchiati in rosso per capire l’origine delle sonorità moderne. Anche se, pensandoci bene l’origine della musica contemporanea ha radici ancora più profonde. Ipoteticamente si potrebbe tornare al 11 novembre 1620, il giorno in cui i Padri Pellegrini a bordo della Mayflower sbarcarono per la prima volta negli Stati Uniti d’America, ma lo spazio è tiranno e non è questa la sede per ricordare l’intera storia degli States. È imprescindibile tuttavia ricordare -per avere in mente una storia del rock semplificata- la data del 18 dicembre 1865, quando con il tredicesimo emendamento venne abolita la schiavitù in America. Gli ex schiavi, fino a quel momento costretti al lavoro nelle piantagioni degli Stati del Sud, con la legge di Lincoln iniziarono a muoversi liberamente e portavano con loro un retaggio culturale che comprendeva una forma di musica ancora inesplorata: il blues. Grazie alla libertà di movimento, i cantanti blues potevano confrontarsi con il resto delle personalità musicali degli States e giunsero fino alla regione del Delta del Mississippi e oltre, andando a fondere la propria musica con quella proveniente dagli a Appalachi – l’antenata della country music-. È da queste dinamiche che negli anni 50 si diffonde il nuovo sound destinato a rivoluzionare per sempre il mondo della musica e della discografia. Figure come Bill Haley, Little Richard, Chuck Berry, Buddy Holly diventano i pionieri e gli ideatori del Rock n’roll.
Shine a Light, la triste storia di Brian Jones
Questa lunga digressione, sulle origini della musica, ci riporta agli anni Sessanta e ancora e alla Cotchford Farm. Il nuovo sound arriva a diventare conosciuto anche ad alcune band emergenti britanniche che iniziano ad esibirsi tra Livepool e Amburgo in luoghi iconici come il Marquee, il Cavern Club e lo Star Club e, quando sulla colonna sonora di I Want to Hold Your Hand, i Beatles atterrano al JFK – il 7 febbraio 1964- ha ufficialmente inizio quella che è definita la British Invasion. Il rock è diventato un fenomeno mondiale, la popolarità dei Fab Four raggiunge dei livelli che soltanto Elvis era riuscito ad immaginare e nel frattempo un’altra band inglese stava iniziando a scrivere la loro storia. In contrapposizione con Lennon, McCartney, Ringo ed Harrison, le pietre avevano iniziato a rotolare con volti simili e atteggiamenti opposti rispetto ai Beatles. Nel 1965 esce Out of Our Hands, che contiene Satisfaction, è il momento in cui i Rolling Stones conoscono il successo nella loro formazione originale: Mick Jagger, Keith Richards, Bill Wyman, Charlie Watts e Brian Jones. Quest’ultimo era parte dei fondatori del gruppo, ma il destino lo trascinò in quella spirale di tristi vicende che hanno sempre circondato il mondo della musica rock. Ad una condizione fisica complicata, colpito dall’asma psicosomatica che mise spesso in difficoltà anche il resto della band, Jones aggiunse una profonda dipendenza dall’uso di sostanze stupefacenti, e ciò portò alla rottura con gli Stones. Per ritrovare la serenità perduta, Jones comprò una tenuta nel East Sussex, con la speranza di trovare un luogo dove poter riprendere in mano la sua vita e il suo ruolo nell’industria musicale. Le cose presero una triste strada e la notte tra il 2 e il 3 luglio 1969 morì nella piscina della sua nuova casa. Il rock, in questa occasione si fonde con la letteratura; l’ex Rolling Stones aveva comprato la Cotchford Farm dal figlio di Alexander Milne –Christopher Robin Milne a sua volta ispiratore di un personaggio centrale nei racconti dell’orsetto- e la scenografia che ha spesso fatto da teatro alle avventure del bosco dei 100 acri diventa il triste scenario della conclusione della storia di Brian Jones, fondatore dei Rolling Stones. “May the Good Lord Shine a light on you, make every song your favourite tune” con queste parole il resto della band lo ricorda in una canzone del 1972 testimoniando la riconoscenza che le pietre rotolanti avevano nei confronti del loro ex componente, nonostante gli attriti che li avevano separati nel finire degli anni Sessanta.