Federica Brignone portabandiera dell’Italia a Milano-Cortina 2026. La candidatura è nei fatti, e le ultime prestazioni della sciatrice azzurra non fanno altro che renderla sempre più attuale, soprattutto nei desiderata dell’interessata.
Sebbene manchi circa un anno ai Giochi di casa e sebbene sia proprio la diretta interessata a giocare di rimessa (“Ne sarei onorata – dice – ma ci sono tanti altri campioni”), sono tanti i numeri dalla parte della campionessa nata a Milano ma valdostana d’adozione: otto vittorie stagionali in tre diverse discipline che portano a 35 i successi in carriera e a 60 i podi in Coppa del mondo. Uno “stato di grazia”, come ha ammesso con sorpresa la compagna Sofia Goggia, che proietta la Brignone nell’olimpo dello sci.
Ma la Brignone, come in pista, preferisce non dare nell’occhio e tenere basse le aspettative: “Io portabandiera a Milano-Cortina 2026? Probabilmente è una delle cose che mi manca nella mia carriera – ammette ospite di Radio Anch’io Sport – Mi merito una candidatura ma ci sono tantissimi altri sportivi che hanno fatto la storia e hanno vinto medaglie olimpiche e mondiali, che hanno vinto Coppe del mondo. So di esser in ottima compagnia. Ora mi concentro sulle prossime gare.
A Milano-Cortina ci penseremo l’anno prossimo”. Insomma, la candidatura è lì. Di certo, se arrivassero altri risultati il tam tam sarebbe più forte. Con la vittoria a Kvitfiell l’azzurra ha ancor più incrementato il suo vantaggio sull’elvetica nella corsa per la conquista della sua seconda coppa del mondo: 1194 punti contro 943. In più, Brignone rosicchia anche venti punti in quella di SuperG in cui Gut-Behrami resta al comando con 465 punti rispetto ai 410 della azzurra. La Brignone sa che deve fare bene in pista. E preferisce concentrarsi sulle gare. “Domenica a Kvitfiell è stata una super gara, difficile e tosta. Io sono arrivata giù scuotendo la testa, come hanno fatto anche le mie avversarie. – dice spiegando anche il motivo del suo urlo al traguardo – Ho gridato” di rabbia “perché alcuni passaggi non li avevo fatti al top. Però evidentemente il SuperG era talmente tosto che nessuno è riuscito a fare la gara perfetta. Io ero convinta di non aver fatto il massimo. Volendo attaccare ho preso tanti rischi e fatto tanti errori. Pensavo di aver buttato via la gara, e invece…”.
Un atteggiamento che spiega molto del carattere dell’atleta italiana. La Brignone con 80 podi in Coppa del mondo è a breve distanza da Alberto Tomba che ne ha conquistati 88: “Raggiungere Alberto sarebbe qualcosa di incredibile. Ma lui ha fatto solo Gigante e Slalom ed ha 50 vittorie! Per me rimarrà sempre il migliore”, conclude la campionessa italiana che preferisce rimanere con i piedi per terra. In attesa di Milano-Cortina.
Fonte: ansa.it