Dopo la liberazione del boss mafioso Giovanni Brusca, il senatore ed ex procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso nega qualsiasi “buonismo o perdono” e chiarisce: “Con lui lo Stato ha vinto tre volte. Quando lo ha arrestato, perché era e resta uno dei peggiori criminali della nostra storia. Quando lo ha convinto a collaborare. Quando ne ha disposto la liberazione dopo 25 anni di carcere, mandando un segnale ai mafiosi. Ora Brusca va protetto”.
Pietro Grasso con un post su Facebook prende posizione su una vicenda che sta aizzando l’opinione pubblica.
Penso, scrive Grasso, “agli omicidi e alle stragi in cui ho perso colleghi e amici, avrei anche motivi strettamente personali per serbare rancore. Giovanni Brusca e altri collaboratori hanno raccontato, tra gli altri, due episodi che mi riguardarono direttamente: l`organizzazione di un attentato nell’autunno del 1993 che doveva farmi saltare in aria mentre andavo a trovare mia suocera a Monreale e la pianificazione del rapimento di mio figlio. Il dolore e la rabbia delle vittime e dei loro familiari lo comprendo e lo rispetto nel profondo. Eppure non vedo scandalo nella notizia di ieri, peraltro nota e attesa da molti anni”.