Dai buchi neri supermassicci ai robot per l’agricoltura di precisione, dal difficile rapporto tra gatti e biodiversità alla stampa 3D, sei giovani ricercatrici italiane ‘under 35’ sono state premiate per i loro studi innovativi e di altissima qualità grazie al progetto L’Oréal-Unesco “Per le Donne e la Scienza”, che assegna ogni anno borse di studio del valore di 20mila euro ciascuna e giunto alla ventesima edizione italiana. Dal 2002 sono state premiate 106 giovani ricercatrici di talento e il bando di questa edizione ha raccolto 250 candidature da tutta Italia.Sulle terapie per la lotta contro il cancro sta lavorando ad esempio Chiara Borsari, dell’Università di Milano, che si occuperà di sviluppare sonde chimiche innovative per studiare i meccanismi molecolari alla base dei tumori, come l’elevato consumo di glucosio. Dai tumori ai buchi neri con la ricerca di Marisa Brienzi, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), che studierà l’effetto dei buchi neri supermassicci sul loro ambiente circostante, cercando di ricostruire con un livello di dettaglio senza precedenti quanto sono frequenti e potenti le esplosioni di questi oggetti cosmici. Ci riporta sulla Terra Martina Cecchetti dell’Università di Torino, con il suo studio sulla predazione degli animali selvatici da parte dei gatti domestici sull’isola di Linosa, considerata una seria minaccia alla conservazione della biodiversità.L’applicazione di tecnologie robotiche nell’agricoltura di precisione è invece il campo di ricerca di Agnese Chiatti, del Politecnico di Milano, che si concentrerà in particolare sull’intelligenza visiva dei robot sfruttando l’Intelligenza Artificiale. Lo studio di Vittoria Laghi inoltre, dell’Università di Bologna, potrà essere il punto di partenza per una nuova generazione di strutture metalliche ad alta efficienza strutturale e ridotto impiego di materiale, da utilizzare nel settore delle costruzioni grazie all’impiego della stampa 3D. Infine, la salute dei neonati pretermine è al centro del lavoro di Sara Moccia, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, grazie al progetto di una culla smart che supporterà i medici nello screening precoce del disturbo dello spettro autistico. ( www.msn.com)