Home Editoriale(Old) Bullismo e discriminazione all’Università: come combattere il fenomeno

Bullismo e discriminazione all’Università: come combattere il fenomeno

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Le comunicazioni «senza corpo»annientano e distruggono  la vita di alcuni  adolescenti, sottoposti  alla potenza imperante del web, effetto di un bullismo esercitato attraverso la rete, ove le ricadute della comunicazione sulla vita vera evidenziano un malessere,mettendo a tacere gli effetti del bullismo, da cui deriva la persecuzione prolungata nel tempo:  si tratta di portare all’attenzione dei media  alcuni  temi caldi, quale il bullismo e il cyberbullismo, l’uno conseguenza dell’altro.

La volontà di rendere partecipi   i ragazzi e i genitori su una piaga sociale di ampio raggio,  è frutto di  una scelta di campo da parte  delle varie associazioni anti-bullismo, dei testimonial,  di chi si occupa di comunicazione, ma soprattutto è un affare di pochi,  sancito dalle discussioni di chi percepisce e sente  il fenomeno del “bullismo” come  «esistente e reale», da  rintracciare in tutte le sue forme, dall’anonimato di internet al bullismo verbale,corredato da insulti, volgarità e frasi oscene, tendenti ad escludere alcuni individui  dal gruppo dei pari.

Unicaltrip ha scelto la sua radio per mettere al centro della puntata  esperienze di vita, elaborati  sui lavori di indagine, ed inchieste sul bullismo, che può essere diretto o indiretto, in grado di esercitare il suo potere  in rete ( nel caso di bullismo online  si parla di cyberbullismo), il quale gioca sulla sensibilità delle vittime, spesso costrette a sopportare tanto dolore.

A parlarne insieme a Palma Serrao-  Unicaltrip ci sono stati alcuni ospiti, in particolare Sergio Caruso-criminologo, Matteo Spagnuolo-Mediaterronia Tv Comunitaria,  i quali hanno  tracciato i punti cardine, a doppio filo con la violenza sul web e  quella diretta, che dimostra come gli atti di soprusi a scapito di vittime, perlopiù ragazzi pre-adolescenti ed adolescenti, possono aumentare a dismisura, senza escludere tragici epiloghi,  difatti in alcuni casi muoiono prima a causa delle conseguenze devastanti, altre volte riescono ad uscirne, dopo percorsi lunghi e tortuosi.

Matteo Spagnuolo trova la forza di raccontare la sua storia di vittima di bullismo, in chiave prettamente conoscitiva, oltre ad  un voler denunciare le prevaricazioni subìte in tempi non sospetti da parte di alcuni compagni delle scuole medie e del ginnasio, quando non si usava il termine«bullismo», bensì si  riteneva colpevolizzante l’essere troppo educati in alcuni contesti di vita quotidiana, percepito come sinonimo di inadeguatezza , in contrasto con gli altri giovani, ed in un pezzo del suo intervento ricorda Carolina Picchio–morta suicida,  uccisa dalla ferocia del web,  che viene molestata, filmata, successivamente  si  troverà   postata sul web con un video, le cui immagini  erano a sfondo sessuale.

“Paolo Picchio nel 2013 ha perso sua figlia Carolina, a soli 14 anni, uccisa-come dice lui- da 2600 commenti denigratori, offensivi, riempiti da insulti, attacchi alla persona, volgarità, oltre alle  critiche provenienti da ambienti pseudo-perbenisti rispetto agli atteggiamenti assunti da Carolina Picchio durante una festa, dove dopo aver bevuto tanto,si sente male,  se ne va in bagno, viene seguita, molestata e postata in rete con un video compromettente”, è una parte dell’intervento di Matteo, che vuole rendere visibile e realisticamente concreto un caso di morte per bullismo e cyberbullismo.

I reati sono pesanti per i sei ragazzi, accusati di violenza sessuale di gruppo, diffusione di materiale pedopornografico,  contestati in modo esponenziale come conseguenza di altro reato, al fine di agevolare la decisione dei tribunali e condannare i colpevoli ( ad oggi è possibile far leva sulla legge 71/2017, voluta da Elena Ferrara, sua maestra di musica).

Sergio Caruso , in qualità di  esperto del crimine presenta il  suo lavoro di ricerca sulla pornografia minorile, sul sexting, sul vamping, sull’autolesionismo, ma la cosa più agghiacciante è la persecuzione prolungata, che lede l’immagine del ragazzo, della ragazza e di chi si trova in una condizione di minorità rispetto al bullo, al forte del branco ( il branco è l’elemento caratterizzante degli episodi di bullismo e cyber bullismo, capace  di adescare  le sue vittime tramite video, foto, o aspetti del proprio carattere, per poi farne oggetto di derisione, di scherno, di manipolazione, mettendo in imbarazzo, a disagio, che sono poi  le modalità più comuni di attacco nei confronti della vittima).

Dello stesso parere è l’opinionista Vincenzo Sicilia, che definisce “alquanto interessante e costruttiva”l’analisi fatta ,  che non si meraviglia molto di questo spaccato della società, poiché anche in ambito universitario si respira un’aria di violenza, sotto forma di  soprusi e  di arroganza continua  a scapito di molte persone.

Palma Serrao inoltra un messaggio forte e chiaro , volto a contrastare il bullismo e il cyberbullismo, partendo dalla radio dell’Unical , con l’intento di  informare e di promuovere un tema attuale,   atto a divenire un  fenomeno, o meglio un processo vitale,  che si instaura in ogni angolo della società.

Informare funge da mònito per le scuole, gli insegnanti, i genitori, altri ragazzi, che vedono  nelle istituzioni il punto centrale per la difesa e la prevenzione di ogni forma di violenza, di discriminazione e di persecuzione.

Condividere e parlare di tematiche attuali, che toccano ogni sfera della vita, dal bullismo alla violenza in sè, è solo l’inizio di una sintesi comportamentale, volta a chiarire i vari salti nel vuoto: voler evitare che altri saltino nel vuoto per colpa di bulli e di aggressori delle anime è una vittoria  per chi non c’è più.

 

A cura di Matteo Spagnuolo

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