Le indagini, avviate nel dicembre 2011 e condotte con l’aiuto di intercettazioni telefoniche, servizi di appostamento e controlli del territorio, hanno fatto emergere tre contesti associativi attivi nella regione, in particolare nel napoletano, casertano, beneventano e avellinese, ognuno con modalità proprie e particolari.
Secondo quanto hanno ricostruito i carabinieri, le attività illecite erano regolate da una spontanea spartizione delle zone di competenza: gli indagati infatti senza alcun accordo diretto, ma seguendo un criterio di opportunità, evitavano di invadere l’uno il territorio degli altri.
(Fonte AdnKronos)