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Casaleggio: “Trasformazione in un partito del M5s? Senza il nostro supporto”.

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Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 15-06-2018 Roma Politica Seconda tappa del tour dell'Associazione Rousseau "City Lab" al Gianicolo Nella foto Davide Casaleggio Photo Fabio Cimaglia / LaPresse 15-06-2018 Roma (Italy) Politic Second leg of the tour of the Rousseau Association "City Lab" at Gianicolo In the pic Davide Casaleggio

“Qualora si avviasse la trasformazione in un partito del M5s, il nostro supporto non potrà più essere garantito”. Davide Casaleggio ha scelto il 4 ottobre, giorno di San Francesco e anniversario della fondazione del Movimento 5 stelle, per imporre il suo aut aut. In un lungo post pubblicato sul Blog delle Stelle, ha rotto definitivamente il suo tradizionale silenzio e annunciato: “Ora è arrivato il momento di prendere posizione”. Lui, figlio del cofondatore M5s e per anni volutamente nell’ombra, ha deciso di parlare proprio a 11 anni dalla nascita del Movimento e in una delle fasi più delicate per i grillini: “Per 15 anni ho prestato la mia attività gratuitamente”, ha scritto. Un ruolo da “semplice attivista” che ha sempre difeso e rivendicato, tanto che, ha rivelato, “quando mi è stata offerta la guida di un ministero, ho rifiutato pensando che il ruolo di supporto del Movimento fosse più importante”.

E “il MoVimento 5 stelle”, ha continuato Casaleggio, “è nato proprio con alcune promesse agli iscritti e agli elettori che io non ho dimenticato e non posso sconfessare”. La prima di queste è che “non saremmo mai diventati partito, non solo come struttura, ma soprattutto come mentalità. Molti confondono la parola partito con una struttura organizzativa, ma in realtà è un’impostazione di potere”. E ha elencato i motivi per cui il Movimento non ha scelto quel tipo di organizzazione: “Il partito ha un gruppo di poche persone che decide tutto per tutti. Le liste elettorali, le nomine, i programmi, i supporti elettorali nelle diverse città. Nel movimento invece il potere si esercita dal basso e si trovano tutti i modi per garantire la trasparenza e la condivisione delle scelte tra gli iscritti. Il partito crede nella delega a un rappresentante, il MoVimento nel coinvolgimento attivo del singolo partecipante. Il partito prende i finanziamenti pubblici, crea strutture stipendiate per ex eletti, non crede che ci siano limiti ai mandati parlamentari e crea strutture decisionali che esproprino i cittadini dal loro ruolo di indirizzo e di scelta. Il MoVimento non ha paura della strada più lunga, si autofinanzia, crede nel rinnovamento generazionale, ha il suo fondamento nell’idea che la politica non debba diventare una professione”.

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