Codice degli Appalti Nuovo – Incontro all’Associazione Democratici di Milano – Stefano Esposito e Franco Mirabelli – Maggio 2016
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Incontro all’Associazione Democratici di Milano sul nuovo Codice degli Appalti
ESPOSITO E MIRABELLI: SEMPLICITA’ E TRASPARENZA PER RIDURRE LA CORRUZIONE
ll nuovo Codice degli Appalti entrato in vigore il 19 aprile 2016 è stato illustrato all’incontro organizzato dall’ Associazione Democratici per Milano in collaborazione con l’associazione Impegno & Libertà e con il Gruppo PD in Consiglio di Zona 1 dal relatore della riforma Sen. Stefano Esposito Vice Presidente della Commissione Lavori Pubblici, che ha introdotto i lavori con il Sen. Franco Mirabelli, Capogruppo PD in Commissione Parlamentare Antimafia.
Sono intervenuti;
– l’Avv. Adolfo Mario Balestreri, specializzato in Diritto Amministrativo e consulente Legale di aziende;
– Ivan Barbieri, Ecopolis;
– Luciana Dambra, Fabrizio Barini e Rosario Pantaleo, candidati PD al Consiglio Comunale di Milano;
– Avv. Ada Lucia De Cesaris, Consulente di Diritto Amministrativo;
– Angela Fioroni, Segretaria Regionale di Legautonomie della Lombardia;
– Prof. Mauro Renna, Ordinario nell’Università Cattolica e Avvocato amministrativista.
– Ha coordinato Arianna Censi, Candidata PD al Consiglio Comunale di Milano.
Esposito, che ha definito il provvedimento legislativo ispirato a regole chiare per garantire legalità e trasparenza, quindi meno corruzione, ha spiegato come il testo della norma sia il risultato di un lungo processo di mediazione che, accanto a “tratti rivoluzionari”, ha lasciato tuttavia in eredità alcuni punti critici, da risolvere anche attraverso la presentazione di proposte di modifica. Questi i punti qualificanti.
Si è passati dai quasi 800 articoli del vecchio regolamento e del vecchio codice ai circa 220 attuali.
In secondo luogo è stato eliminato il regolamento, che era un elemento di pesantezza dal punto di vista burocratico.
Al suo posto sono state previste una serie di linee guida più agili che l’Anac (Autorità nazionale anti-corruzione) ha già iniziato a stilare.
Gli altri vantaggi sono l’aver ridato centralità alla qualità del progetto rispetto al mero dato dei costi, ed aver messo in campo tutti gli strumenti disponibili per ridurre al minimo i rischi di corruzione.
Il passaggio alla soft law, affidata in prima battuta a linee-guida varate dallo stesso ministero delle Infrastrutture su proposta dell’Autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, è sicuramente la novità di maggiore impatto fra gli architravi del nuovo sistema.
In estrema sintesi: rispetto alla versione iniziale, nella versione definitiva:
1) è stato inserito il tetto del 30% al subappalto,
2) non è stato previsto il riferimento obbligatorio al DM Parametri,
3) non sono state abbassate le soglie per il massimo ribasso e la procedura negoziata, che sono rimaste ferme a un milione di euro. Inoltre, aggiudicazione con l’offerta economicamente più vantaggiosa; divieto di appalto integrato; limite del 30% al subappalto; cancellazione dell’incentivo del 2% ai progettisti interni alla Pubblica Amministrazione.